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Il VARO è quell’evento che segna per una nuova nave la sua prima entrata in mare. Una sorta di battesimo (con tanto di madrina) con il quale viene data un’anima alla nave, se ne proclama il nome, la si benedice e da quel momento la si affida alle forze benevole per il suo equipaggio.

La frase cruciale è la seguente: Che Dio benedica questa nave e tutti coloro che vi navigheranno – Madrina, in nome di Dio, taglia!

Originariamente il rito prevedeva il sacrificio di un animale, solitamente un agnello, per invocare la protezione degli dei dalle avversità delle navigazioni future. Il sangue si cospargeva sulla prua e si manteneva sulla prua la pelle dell’agnello sacrificato al momento del varo; pelle, poi, riprodotta in scultura di legno nella forme di riccioli e volute.

Negli anni questo rito ha assunto connotati diversi e si conclude con l’infrangimento di una BOTTIGLIA di vino contro la prua: è chiaro il richiamo al sangue dell’animale sacrificato in origine.

Oggigiorno il varo è molto più “spettacolare”: vi partecipano tante autorità e personaggi famosi e la bottiglia di vino rosso è stata sostituita dalle più spumeggianti “bollicine”, ed in particolare dallo champagne.

È radicata la convinzione che la rottura della bottiglia sia di buon auspicio circa il destino della nave stessa: in caso contrario, invece, ci saranno problemi..…

Questa credenza è stata spesso avvalorata da svariati tragici eventi: nel 1912, ad esempio, al momento del varo del TITANIC la bottiglia di vino non si ruppe. Quello che accadde dopo è ben noto…

Anche alla grande nave da crociera CONCORDIA capitò lo stesso incidente al momento del battesimo, e anch’essa, poi, non conobbe sorte migliore!

Fonte: Cieli sereni – PG