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Volentieri riportiamo la traduzione non ufficiale di MariaGrazia Baccolo, diffusa da Caffé Dunant nr. 592 del 11 ottobre 2020, “Emergenza psicologica e Covid-19, una crisi nella crisi” pubblicato sul sito web del Comitato internazionale della Croce Rossa il 06 ottobre 2020.

Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa presenta oggi un nuovo rapporto che mostra un aumento del disagio psicologico dovuto alla pandemia di Covid-19. Il rapporto propone una serie di misure da attuare per fronteggiare una situazione che è diventata “una crisi nella crisi”

In un nuovo rapporto intitolato “Il bisogno più grande era quello di essere ascoltato: l’importanza della salute mentale e del supporto psicosociale durante COVID-19”, gli specialisti della salute mentale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa hanno raccolto idee e raccomandazioni basate sull’esperienza degli ultimi sei mesi per consentire ad altri professionisti, governi e organizzazioni comunitarie, di rispondere alle crescenti esigenze.

Il rapporto sottolinea l’importanza di questo tipo di assistenza nel supportare le persone con problemi di salute mentale, le loro comunità e la società nel suo insieme.

I bisogni di salute mentale si sono aggravati nelle comunità colpite da conflitti

Covid-19 sta creando bisogni senza precedenti di salute mentale e supporto psicosociale – tra le vittime del virus, le loro famiglie, gli operatori sanitari e altri attori nella lotta contro l’epidemia, così come all’interno della popolazione generale. Questa situazione esacerba il disagio psicologico di migliaia di persone.

Le restrizioni di contenimento, la mancanza di contatti sociali ed il peggioramento dei problemi economici sono fattori che pesano sulla salute mentale delle persone e sull’accesso alle cure.

Un recente sondaggio condotto da Ipsos per conto del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) in sette paesi evidenzia l’aumento del disagio psicologico provato dalle comunità di tutto il mondo. Le principali conclusioni sono le seguenti:

• Il 51% degli adulti ritiene che il Covid-19 abbia avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale.

• Circa due terzi dei sette paesi concordano sul fatto che garantire la salute fisica e mentale è più importante oggi rispetto a prima della crisi del Covid-19.

• Quasi tre persone su quattro ritengono che i lavoratori in prima linea ei primi soccorritori al Covid-19 abbiano bisogno di supporto per la salute mentale più della maggior parte delle persone.

Dall’inizio della pandemia, il CICR è venuto a conoscenza di una crescente domanda di sostegno da parte dei soccorritori in prima linea in tutto il mondo: operatori sanitari, volontari, insegnanti, assistenti sociali, operatori funebri, leader della comunità e molti altri attori che lavorano instancabilmente per aiutare gli altri.

Le difficoltà correlate alle loro funzioni aggravano le loro preoccupazioni e i bisogni individuali e sociali. La salute mentale e il benessere di queste persone devono essere preservati, in modo che possano continuare a fornire cure adeguate.

Investire nella cura della salute mentale

Le attività di salute mentale devono essere incluse nella prima ondata di operazioni umanitarie, soprattutto nella lotta all’epidemia, e pienamente integrate nei sistemi di risposta alle emergenze nazionali e internazionali. Gli Stati e le principali parti interessate dovrebbero sforzarsi di supportare i sistemi sanitari fornendo loro risorse finanziarie e umane, strutture e dispositivi di protezione individuale. Anche la salute mentale e il supporto psicosociale devono essere integrati nelle strategie sanitarie nazionali, al fine di soddisfare i bisogni in modo adeguato e senza ritardi.

Fonte originale in franacese al link: https://www.icrc.org/fr/document/detresse-psychologique-et-covid-19-une-crise-dans-la-crise