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Le Idi di marzo sono una data dell’antico calendario romano, diventata celebre perché fu quella in cui, nel 44 a.C., venne ucciso Giulio Cesare.

“Idi”, dal latino idus, era il nome con cui si indicavano i giorni a metà di ciascun mese del calendario romano dove i giorni del mese non erano numerati progressivamente, ma erano indicati sulla base di tre date fisse per ciascun mese: Calende, None e Idi.

Il primo giorno del mese erano le calende, da cui deriva la parola calendario. Poi veniva “il giorno dopo le calende”, e si iniziava a contare i giorni che mancavano alla successiva data fissa mensile: le none (il quinto o il settimo giorno del mese) e poi le idi (la metà del mese).

NOTA
Le none e le idi erano mobili a seconda del mese: in marzo, maggio, luglio e ottobre, le none cadevano il 7°, e le idi il 15° giorno, mentre negli altri mesi esse cadevano, rispettivamente, il 5° ed il 13° giorno.

LE DATE
I Romani nel contare i giorni mancanti alle calende, alle none o alle idi includevano anche il giorno da cui partiva il conto: così il 2 settembre (ante diem quartum Nonas) era considerato il giorno 4 (4 giorni alle none cadenti il 5) anziché 3 giorni alle none.

Altro esempio: il 28 marzo era ante diem quintum Kalendas (5 giorni alle Calende del 1 aprile) contando anche gli estremi dell’intervallo ovvero 28, 29, 30, 31 e 1.

Fonte: Cieli sereni – PG