L’equinozio che per noi segna l’addio all’estate è avvenuto questa notte, venerdì 23 settembre, alle ore 03:04 (ora italiana).
Il termine EQUINOZIO deriva dal latino aequĭnoctĭum a sua volta da aequa nox, ovvero “notte uguale” al giorno.
Infatti negli equinozi la durata teorica del giorno è uguale a quella della notte (12 ore ciascuno) in tutto il mondo, dato che i raggi solari incidono perpendicolarmente all’asse terrestre (foto).
In realtà l’equinozio non è un giorno, ma è un preciso istante: è quel momento, durante la rivoluzione terrestre intorno al Sole, in cui quest’ultimo al mezzodì si trova allo zenit (‘a picco’) sull’equatore. Accade due volte l’anno (a sei mesi di distanza, a Marzo e Settembre). Nell’emisfero boreale all’equinozio di settembre termina l’estate e inizia l’autunno mentre l’equinozio di marzo segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Viceversa accade nell’emisfero australe, dove l’autunno entra all’equinozio di marzo e la primavera in quello di settembre.
Proprio per questo, tornando alla domanda iniziale, è più corretto parlare di equinozio di settembre anzichè equinozio di autunno.
CURIOSITÀ
Convenzionalmente diciamo che le 4 stagioni cominciano il giorno 21 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre ma le date esatte degli equinozi (marzo e settembre) e anche dei solstizi (giugno, dicembre) dipendono dai moti “irregolari” della Terra.
L’equinozio di settembre, per esempio, cade generalmente il 22 o il 23 ma raramente cade il 24: l’ultimo equinozio in data 24 settembre è stato nel 1931 e il prossimo sarà nel 2303!.
Quasi mai cade il 21: l’ultima volta che è stato il 21 settembre risale a oltre mille anni fa, mentre in questo secolo l’equinozio cadrà il 21 settembre ben due volte, nel 2092 e nel 2096.
Fonte: Cieli sereni – PG