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Venerdì 17 novembre 2023 si sono tenuti, a Berna, i quarti ed ultimi colloqui von Wattenwyl dell’anno, in cui una delegazione del Consiglio federale ha incontrato i vertici dei partiti rappresentati nell’Esecutivo. I principali temi in discussione sono stati il conflitto in Medio Oriente e altri sviluppi geopolitici nonché le loro ripercussioni sulla Svizzera. Sono state inoltre trattate le prospettive della nuova legislatura.

All’incontro con i partiti il Consiglio federale ha spiegato le azioni che ha intrapreso dall’attacco terroristico perpetrato il 7 ottobre 2023 da Hamas. Il Governo ha ribadito che la Svizzera riconosce il diritto dello Stato di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza e ha ricordato che tutte le parti devono rispettare il diritto umanitario internazionale. Il Consiglio federale ha incaricato la task force per il Medio Oriente di esaminare le opzioni giuridiche per bandire Hamas in Svizzera ed ha inoltre adottato misure volte a sostenere con aiuti umanitari la popolazione civile della regione colpita.

I colloqui si sono concentrati anche sulle conseguenze geopolitiche del conflitto sulla Confederazione. Il Consiglio federale ha sottolineato la fondamentale importanza di garantire la protezione dei cittadini di fede ebraica e delle istituzioni ebraiche che si trovano in Svizzera. Il Consiglio federale e i partiti hanno ribadito che in Svizzera non vi è spazio per l’antisemitismo, che deve essere combattuto con determinazione.

Negli ultimi mesi, oltre all’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, si è assistito anche a una violenta escalation di altri scontri pluriennali, le cui principali vittime sono spesso i civili. Ne sono un esempio i Balcani occidentali, la regione del Nagorno Karabakh o anche il Sahel. Ai colloqui è stato anche discusso di come la Svizzera può reagire meglio a tali sviluppi e anticipare precocemente il verificarsi di una crisi nonché le conseguenze di questi conflitti sulla migrazione.

Nel corso dell’incontro sono stati trattati anche sviluppi globali quali i passi indietro della democrazia, il rafforzamento della regionalizzazione, la frammentazione del commercio mondiale e le relative conseguenze per la Svizzera. In un contesto come quello odierno, in cui la Svizzera è chiamata con sempre maggiore insistenza a prendere posizione, risulta ancora più importante avere un orientamento chiaro e garantire una collaborazione improntata alla fiducia tra i principali attori nel nostro Paese.

La delegazione del Consiglio federale ed i partiti hanno discusso sulle prospettive della nuova legislatura. L’orientamento strategico adottato lo scorso gennaio dal Consiglio federale si compone di quattro indirizzi politici da perseguire nei prossimi quattro anni: 1) La Svizzera assicura la propria prosperità in modo sostenibile e coglie le opportunità offerte dalla tecnologia digitale; 2) La Svizzera promuove la coesione nazionale e intergenerazionale; 3) La Svizzera garantisce la sicurezza, promuove la pace e agisce in modo coerente e affidabile a livello internazionale; 4) La Svizzera protegge il clima e tutela le risorse naturali. Il programma di legislatura 2023–2027 sarà adottato in via definitiva dal Consiglio federale all’inizio dell’anno prossimo; subito dopo si pronunceranno in merito il Consiglio nazionale e in seguito il Consiglio degli Stati.

Grandi sfide politico-finanziarie attenderanno la nuova legislatura. Il piano finanziario continua a presentare un deficit di finanziamento strutturale che potrebbe aggravarsi nel corso della nuova legislatura. All’origine di tale deficit vi è principalmente un aumento considerevole delle uscite nel settore della previdenza sociale e per l’esercito. Anche le uscite legate alla migrazione dovrebbero rimanere elevate, dato che non si intravede una fine imminente della guerra in Ucraina. Tale aumento delle uscite non è sostenibile, ragione per cui saranno necessarie ulteriori misure correttive al fine di riequilibrare le finanze pubbliche, rispettare il freno all’indebitamento e creare un margine di manovra per le sfide future.

Fonte: Il Consiglio federale
foto: pixabay