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L’Istituto Svizzero prende parte, anche quest’anno, ad Expodemic, una mostra collettiva al Palazzo delle Esposizioni che racconta la vocazione internazionale della città di Roma attraverso il suo legame con Accademie e Istituti di Cultura stranieri nella storia fino al presente.

Expodemic è la seconda edizione del Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma, che a partire dal Palazzo Esposizioni Roma si diffonde nel tessuto della città.
La mostra racconta lo stretto legame tra la nascita e lo sviluppo delle esposizioni e la storia delle accademie, sia attraverso il coinvolgimento di artisti stranieri attualmente residenti sia con documenti storici.

Roma non solo ospita il più alto numero di centri culturali internazionali, le cui vicende si intrecciano e si sviluppano fin dal 1666 con la fondazione dell’Accademia di Francia, ma è anche il luogo in cui sono state inventate le esposizioni moderne. Per oltre 40 anni, tra il 1680 e 1720, il pittore, segretario dell’Accademia di San Luca e reggente della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, Giuseppe Ghezzi, organizza nel Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro una serie di mostre di importanti opere presenti nelle collezioni delle famiglie aristocratiche romane, dando così avvio al concetto di esposizione moderna. Grazie alla capacità di capire il proprio periodo storico, Ghezzi, con questa serie di esposizioni, rende pubblica l’arte, proponendo un’idea moderna e democratica della cultura e agendo così come primo curatore della storia.

Expodemic, a partire dalla mostra a Palazzo Esposizioni, si diffonde nella città con una serie di poster realizzati appositamente per l’occasione e in distribuzione gratuita nelle varie sedi dei partner culturali. Un percorso che illustra l’importanza del rapporto rizomatico tra il Palazzo Esposizioni e le Accademie e Istituti di Cultura stranieri a Roma, mettendone in evidenza la ricchezza e la diversità, nonché l’assoluta attualità di questo arcipelago culturale.

La mostra include opere e performance di due residenti dell’Istituto Svizzero:
Jacopo Belloni (1992) è un artista che vive e lavora a Ginevra. La sua ricerca esplora i diversivi immaginativi, narrativi e simbolici che le società adottano per far fronte agli stati di crisi. Le sue opere scultoree e le sue performance fanno riferimento alla cultura vernacolare, un universo simbolico e superstizioso che continua a risuonare nel nostro mondo contemporaneo. A Roma proseguirà la sua ricerca sulle tradizioni del mondo rurale italiano come strumento per affrontare gli stati di crisi e le ‘apocalissi culturali’, influenzato dalle teorie dell’antropologo Ernesto de Martino.
Sarina Scheidegger (1985) è un’artista e scrittrice che vive e lavora a Basilea. La collaborazione è uno degli aspetti fondamentali della sua ricerca artistica e lavora spesso con altre/i artiste/i, performer e musiciste/i in formati congiunti. Performance, stampe e ceramica si combinano regolarmente nei suoi progetti sovrapponendosi ad altre discipline. A Roma svilupperà nuovi lavori che esplorano la relazione tra le anfore e gli attuali dibattiti sull'(idro)femminismo.

La mostra è arricchita anche da un programma pubblico di incontri, performance e proiezioni ospitato a Palazzo Esposizioni e dalle numerose mostre ed eventi organizzati nelle Accademie e Istituti di Cultura ed è visitabile fino al 25 agosto 2024 al Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194, Roma

Fonte: Istituto Svizzero
Foto: pixabay