Condividi su:

Quanto sta accadendo agli ulivi di Puglia merita una riflessione: gli uliveti di questa regione sono attaccati e uccisi da un batterio, laXylella fastidiosa, e gli interventi per debellare il problema si stanno indirizzando verso l’estirpazione degli alberi per tentare di contenere il contagio. La distruzione degli uliveti causerà un enorme danno economico e un vero disastro in termini ambientali, culturali, sociali e paesaggistici. Sì, perché questi alberi secolari piantati dall’uomo hanno segnato la vita delle comunità che con loro e di loro vivono, al punto che non è pensabile un paesaggio senza olivi.

farina

Come scrive il giornalista Paul Imhof in un articolo presente sul sito del Fondo Svizzero per il Paesaggio: “il merito della varietà del paesaggio spetta ai paesani” e che è “ per la produzione di alimenti che i paesaggi sono stati sistemati e mantenuti”; mentre guardiamo un panorama o apprezziamo uno scorcio pittoresco, non ci rendiamo conto che, nella maggior parte dei casi,  stiamo guardando quello che l’autore chiama “paesaggio culinario”, quindi non solo un paesaggio ma un “paesaggio utile”. Cos’è il paesaggio utile? E’ quel paesaggio plasmato dall’uomo per le sue necessità alimentari! Sono le distese coltivate, i vigneti, i frutteti ed anche le zone rimaste, per così dire, selvagge ma comunque funzionali alle necessità umane. La maggior parte del nostro territorio è fortemente antropizzato e la presenza umana ha inciso profondamente sull’ambiente trasferendo le piante da una regione all’altra  o decretandone la scomparsa dal panorama quando venivano a cambiare le tecniche di produzione  o le risorse.

A fianco ad un utilizzo armonioso dello spazio naturale in cui viviamo c’è, però, lo sfruttamento dissennato dell’ambiente di cui non siamo, ancora, sufficientemente coscienti, c’è l’abbandono delle terre da parte dei piccoli contadini che si trasforma, non in spazi recuperati alla natura ma in zone inselvatichite, lasciate all’abbandono, che rischiano di trasformarsi in un elemento di rischio perché, in qualche modo, fragili.

Il Fondo Svizzero per il Paesaggio si occupa proprio di tutelare la conservazione e la cura dei paesaggi e poiché le norme che regolamentano l’utilizzo delle aree rurali e montane non bastano ad assicurare la cura dei paesaggi rurali, il FSP offre incentivi finanziari alle iniziative volte al ripristino e alla conservazione dei paesaggi e dei monumenti storico-culturali.

Il FSP è nato in occasione del Settecentesimo anniversario della Confederazione; inizialmente il Parlamento stabilì che il Fondo dovesse avere una durata di 10 anni prorogandola poi, in due mandate, fino al 2021. “Il FSP patrocina le iniziative volte a conservare la varietà biologica e strutturale del paesaggio”, come la corretta coltivazione e gestione dei paesaggi rurali tradizionali, la ricostruzione degli habitat e degli elementi che contribuiscono a dare un carattere particolare al paesaggio o il recupero di frutteti o siepi e la“rinaturazione” di corsi d’acqua.

LaFarina Bona e il suo recupero sono un esempio degli obiettivi e dell’approccio del FSP. Questo è un prodotto tradizionale della Valle Onsernone, nel Canton Ticino, è una farina ottenuta macinando finemente la granella di mais precedentemente tostata. La produzione di questa farina fu praticamente abbandonata negli anni ’60 del ‘900 quando gli ultimi mugnai che la producevano cessarono l’attività. Poiché era un prodotto strettamente locale il risultato finale variava da mugnaio a mugnaio e da famiglia a famiglia. Sul sito farinabona.ch possiamo trovare un ricettario con una serie di preparazioni con questo prodotto particolare fatto con un mais tradizionale recuperato anche grazie all’impegno di Pro Specie Rara e di Slow Food!

MdP