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Sulla recente polemica si è già espresso il nostro Ambasciatore Giancarlo Kessler, ma la situazione è più complessa di quanto le sintesi giornalistiche siano riuscite a spiegare.

Il vero nodo sono gli accordi bilaterali fra i nostri due paesi e la revisione degli accordi in vista dell’armonizzazione dei rapporti con tutta la UE nel 2018.

Inutile nascondere che il territorio italiano compreso in una fascia di 20 km dal confine del Canton Ticino è una realtà particolare, frutto di accordi e di prassi che hanno finora consentito un equilibrio di reciproco vantaggio, ma il mondo cambia per tutti, non necessariamente in peggio, ma servono chiarezza e trasparenza.

Se nel 2018 la fiscalità dovrà essere cambiata è ovviamente necessario che siano riviste tutte le partite economiche degli attuali scambi (l’ultima revisione in materia fiscale è del 1974), e se in prospettiva i transfrontalieri pagheranno le tasse in Italia, come tutti gli altri cittadini italiani, questo non può essere considerato come un’offesa, e comunque non può essere imputato alla Svizzera, che non ha nessuna giurisdizione sui cittadini italiani residenti in Italia, su questi decide il Governo italiano ed i politici italiani.

Senza ripetere quanto già espresso dal nostro Ambasciatore, se ci sono atti contrari agli attuali accordi questi dovranno essere e saranno emendati, ma la questione sostanziale rimane e sarà sicuramente regolamentata da nuove disposizioni di legge assolutamente conformi ai trattati internazionali attualmente in vigore.

Il punto quindi era e resta squisitamente politico e culturale: scagliarsi contro un sistema produttivo o sedersi attorno ad un tavolo per migliorare quello che c’è da migliorare.

In assenza di tavoli politici in grado di governare la situazione decideranno i numeri, la Svizzera ha dimostrato nei secoli di essere in grado di gestire tavoli politici e negoziati, l’Europa non è stata finora in grado di adeguare la politica al calendario condiviso al suo stesso interno, lasciando che l’Euro seguisse il suo modello di funzionamento ma senza un accordo politico per manovrarlo.

La Svizzera è l’unico altro paese ad avere l’italiano come lingua ufficiale, parliamone.

E.G.