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La  Santa Sede, nota per tatto e prudenza, ha ormai pronto il nuovo portale informativo, online, responsivo, aperto ai social network.

La scelta non è stata certo impulsiva ma è il frutto di una serie di riflessioni e scelte che partono  dal 2011 col messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLV Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, in un passaggio si legge:

Si prospettano traguardi fino a qualche tempo fa impensabili, che suscitano stupore per le possibilità offerte dai nuovi mezzi e, al tempo stesso, impongono in modo sempre più pressante una seria riflessione sul senso della comunicazione nell’era digitale.

Sempre nel 2011 è uscita un’intervista sull’Osservatore Romano del  2 marzo 2011 ad Antonio Spadaro, gesuita, Direttore della più antica rivista italiana, La Civiltà Cattolica, una rivista della Compagnia di Gesù. Nell’intervista Padre Spadaro diceva “l’autorità della Chiesa è chiamata in rete a spendersi in termini di un’autorevolezza che si basa sulla testimonianza, senza perdere il concetto tradizionale di autorità che non è messo in discussione dai rapporti partecipativi tipici del web”. Il dato era tratto,  pochi mesi dopo, a dicembre dello stesso anno il Santo Padre lo nomina  consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

Il messaggio del 24 gennaio  2013 per la XLVII Giornata delle comunicazioni sociali porta un titolo esplicito “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione” Papa Benedetto scrive apertamente:

Non ci dovrebbe essere mancanza di coerenza o di unità nell’espressione della nostra fede e nella nostra testimonianza del Vangelo nella realtà in cui siamo chiamati a vivere, sia essa fisica, sia essa digitale. Quando siamo presenti agli altri, in qualunque modo, noi siamo chiamati a far conoscere l’amore di Dio sino agli estremi confini della terra.

“Non ci dovrebbe essere mancanza di coerenza” e “siamo chiamati” esprimono una Volontà che non può essere disattesa.

Nel maggio del 2015 Papa Francesco ribadisce l’impegno nell’Enciclica Laudato si’

<…> A questo si aggiungono le dinamiche dei media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità. I grandi sapienti del passato, in questo contesto, correrebbero il rischio di vedere soffocata la loro sapienza in mezzo al rumore dispersivo dell’informazione. Questo ci richiede uno sforzo affinché tali mezzi si traducano in un nuovo sviluppo culturale dell’umanità e non in un deterioramento della sua ricchezza più profonda.

Poco dopo, a giugno,  una Lettera Apostolica “ Motu Proprio” istituisce la Segreteria per la Comunicazione:

Nel Dicastero, secondo quanto presentato dalla Commissione dei Media Vaticani, istituita il 30 Aprile 2015, confluiranno nei tempi stabiliti, i seguenti Organismi: Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; Sala Stampa della Santa Sede; Servizio Internet Vaticano; Radio Vaticana; Centro Televisivo Vaticano; L’Osservatore Romano; Tipografia Vaticana; Servizio Fotografico; Libreria Editrice Vaticana.

Lo statuto della Segreteria per la Comunicazione sarà promulgato l’anno successivo, nel settembre 2016.

Così arriviamo al mese scorso, dicembre 2017, con il video che annuncia la nuova identità visiva del portale informativo della Santa Sede.

Un ecosistema informativo che parte dalla figura del Papa per arrivare a tutto il mondo, Urbis et Orbis, che consente l’immediato accesso ai canali digitali di Radio Vaticana, ai Podcast, alla diretta su Youtube sempre accesa:

Ai vari social network:

Con uno spazio dedicato alle omelie tenute dal Santo Padre a Santa Marta:

http://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta.html

Un punto di riferimento informativo importante.

http://www.vaticannews.va/

Ci sia concesso chiudere con l’intervallo di Radio Vaticana cui siamo abituati (nel vecchio arrangiamento).