Condividi su:

Questa settimana possiamo leggere altre due tappe del Diario di viaggio che ci sta accompagnando da qualche tempo con le sue piccole sorprese.

Eccomi a Sciaffusa! E’ una piacevole sorpresa perché parlando sempre delle cascate del Reno che, facendo percorsi semicircolari, bagna la Germania da un lato e dall’altro il Canton Zurigo e il Canton Sciaffusa, del dislivello e delle spumeggianti cascate, non si mette in evidenza la cittadina capoluogo del Cantone omonimo.

Sciaffusa è caratterizzata da strade lunghe che permettono una visuale che si proietta lontano tra file di palazzetti d’epoca e bovindi, da statue, da fontane e dagli affreschi sulle facciate delle case delle Corporazioni o dei notabili. Questa città conta 171 erker di tutti gli stili e di tutte le forme e uno, per fortuna solo uno, moderno in ferro verniciato di nero e vetri antitutto. E’ moderno come la casa cui sembra essere stato aggiunto successivamente e fa perdere l’entusiasmo per questa architettura che avevo visto solo a Londra e in Francia.

La cittadina è allegra, panoramica e ridente, colorata e fiorita; un vero benessere per una passeggiata. Ma prima delle cascate ci sono ancora da visitare il Munot; la fortezza che domina la cittadina, robustissima opera per avvistamento e difesa, offre un bellissimo panorama ed una pista per la quadriglia in occasione della festa annuale ed il complesso monastico di Ognissanti.

Il chiostro romanico-gotico che offre uno stupendo camminamento tra cortili e chiostri fino all’orticello officinalis, essenziali per preparare i medicamenti e gli speziali necessari per la vita e il dispensario del monastero. Il mio pollice per niente verde soffre d’invidia!

Soddisfatta da queste meraviglie discendo alle cascate. Spumose, fragorose, dinamiche, madreperlacee. Una montagna di panna montata morbida, soffice a coprire il dislivello del Reno e poi la calma placida delle acque che si allargano, si espandono scivolando dolcemente. Mi siedo lungo un camminamento e mi lascio andare nel Nirvana.

Stein Am Rhein: un tocco di antica magia, un attimo sospeso nel mondo delle favole. La perfezione assoluta prima che il principe baci la principessa, rompendo l’incantesimo.
Purtroppo il principe bacia la principessa tutte le mattine alle sette e subito dopo una armata di spazzini, camioncini, fiorai, corrono su e giù per i loro mestieri e poi, subito aprono i negozi con gli ombrelloni, le sedie, i tavolini dei bar e dei ristoranti e le esposizioni che ingombrano i passaggi ed arrivano i fornitori e mentre questi escono planano i turisti. E la giostra comincia in un turbinio di persone e colori!

Per fortuna dalle strade laterali si arriva ad angoli ancora sospesi nella magia, ai vecchi cortili della Chiesa di S. Giorgio e al Reno, al ponte dove i giovani spericolati si tuffano nel fiume tra gli applausi. Anche io scendo dei gradini e, incoraggiata dalla loro libertà, pur se in precario equilibrio, tolgo scarpe e calzini. Immergo i piedi nell’acqua e li lascio sguazzare un po’. Poi li fotografo. Ho fatto il bagno nel Reno – ne ho la prova!!

Ristorata, torno sulla strada dei commerci e mi rallegro definitivamente con un gelato doppio: cioccolato e malaga.

C.G.