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Il Consiglio federale ha adottato, nella seduta del 21 febbraio 2018, il rapporto sulle conseguenze finanziarie ed economiche della partecipazione a Schengen/Dublino che giunge alla conclusione che, il bilancio della collaborazione svizzera a Schengen/Dublino avrà delle ripercussioni positive sia in termini finanziari che economici.

Gli effetti più rilevanti della partecipazione della Svizzera a Schengen/Dublino si possono riscontrare negli ambiti del controllo alle frontiere e dei visti: senza questi accordi di associazione ai confini esterni della Confederazione si dovrebbero svolgere dei controlli doganali sistematici e ciò comporterebbe un deciso incremento delle file ai valichi e dei tempi di attesa mentre i viaggiatori provenienti da Paesi con obbligo di visto, senza il visto Schengen, dovrebbero richiederne uno supplementare per poter entrare nella Confederazione con ripercussioni certe per la piazza turistica, economica e scientifica svizzera.

Gli accordi di associazione a Schengen/Dublino risalgono al 12 dicembre 2008 mentre il rapporto presentato si riferisce al periodo 2012-2016 e mette a confronto i dati disponibili analizzando i costi e i risparmi. “I vantaggi di Schengen/Dublino vanno oltre il puro ambito monetario: negli anni scorsi, il fatto che grazie a Schengen i confini tra la Svizzera e i suoi Stati limitrofi possano essere attraversati praticamente senza impedimenti ha indotto un intenso fenomeno di agglomerazione tra le aree urbane di confine. Nel nostro Paese questo fenomeno ha comportato la nascita, in aree metropolitane come quelle di Basilea o Ginevra, di vere e proprie realtà sociali ed economiche bi- e trinazionali”.

La Svizzera trae vantaggio dall’associazione a Schengen soprattutto sul piano economico e finanziario, come evidenziato nel rapporto del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sulle conseguenze economiche e finanziarie dell’associazione della Svizzera a Schengen, pubblicato dal Consiglio federale nel febbraio 2018. Dall’analisi dei dati risulta evidente che in caso di uscita da Schengen/Dublino, le frontiere nazionali della Svizzera tornerebbero nuovamente a fare da confine anche alla vita economica e sociale.