Il 23 marzo si è chiusa a Ginevra, dopo quattro settimane di lavori, la 37esima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.
In questa sessione la Svizzera ha presentato tre risoluzioni che vertono sui i legami tra i diritti dell’uomo e tre questioni centrali nel dibattito internazionale: l’ambiente, le sostanze stupefacenti e la protezione del patrimonio culturale.
La Svizzera, sostenuta da alcuni Stati partner, è riuscita a far approvare il mandato del relatore speciale sui diritti umani.
Attraverso tale mandato, che è stato creato nel 2012, si afferma che il pieno rispetto dei diritti umani da un lato ed un ambiente sicuro, sano e sostenibile vanno di pari passo e che, quindi, è necessario tenere conto dei diritti umani al momento dell’elaborazione delle politiche ambientali.
La Confederazione ed un gruppo di Stati partner hanno, inoltre, proposto una risoluzione che sottolinea l’importanza di rispettare e proteggere i diritti umani quando vengono sviluppate e attuate le strategie e le politiche di contrasto ad un problema mondiale come quello delle droghe.
Il Consiglio dei diritti umani ha approvato, su presentazione della Svizzera e di altri Stati, una risoluzione che evidenzia le conseguenze negative , sul fronte dei diritti umani, della distruzione del patrimonio culturale di un popolo ed invita, quindi, tutti i Paesi ad intervenire e a fermare la distruzione, il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali ovunque esso accada.
“La Svizzera ha seguito attentamente i dibattiti e le decisioni sulla situazione dei diritti umani, in modo particolare in Paesi quali la Corea del Nord, il Myanmar, il Sudan del Sud e la Siria. Fedele al proprio tradizionale impegno per il rispetto, la promozione e l’attuazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, la Svizzera ha fatto pressione affinché meccanismi d’inchiesta internazionali documentino le violazioni del diritto internazionale in modo che i responsabili possano un giorno essere perseguiti penalmente”.