I rappresentanti dell’agroindustria e gli sviluppatori di biotecnologie stanno facendo pressione, sulla Svizzera e sull’Unione Europea, affinché le moderne tecnologie di gene editing (CRISPR/Cas) non rientrino nella regolamentazione sugli OGM.
Da decenni l’agroindustria sostiene che le piante modificate geneticamente siano la risposta a problemi come la fame nel mondo, la malnutrizione o l’inquinamento crescente prodotto dai pesticidi. In questi ultimi 5 anni sono comparse delle nuove tecniche di ingegneria genetica che accrescono il numero e la varietà di modifiche genetiche agli organismi viventi. Il rischio è concreto: che questi nuovi prodotti possano sfuggire al quadro normativo diventando una sorta di OGM banalizzati e nascosti.
“La petizione contro i sotterfugi nella regolamentazione degli OGM chiede al Consiglio federale ed al Parlamento che le nuove tecniche di editing del genoma siano inserite nella Legge sull’ingegneria genetica nel rispetto del principio di precauzione”.
La richiesta nasce dalla considerazione che tutte le tecniche utilizzate sono tecniche di ingegneria genetica, perciò tutti i prodotti che ne derivano sono degli OGM e quindi, l’avvenuta manipolazione genetica deve essere dichiarata in modo inequivocabile per poter garantire la trasparenza nell’etichettatura e la tracciabilità del prodotto.
Secondo Regina Fuhrer-Wyss agricoltrice biologica e presidente dell’Associazione dei piccoli agricoltori “la Svizzera necessita di un’agricoltura più diversificata e meno industriale” e ciò è possibile solo se le nuove tecnologie di gene editing verranno sottoposte ad una regolamentazione a tutela dei produttori e dei consumatori.
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