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L’8 ottobre 2018, il Climate Experts Group (IPCC) ha pubblicato il suo rapporto sugli effetti di un riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale, l’UFAM esaminerà, insieme agli altri uffici interessati, le conseguenze di questo rapporto e, se necessario, proporrà un obiettivo di riduzione indicativo per il 2050, che sarà riveduto entro l’autunno 2019.

Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) è stato incaricato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di redigere un rapporto sugli effetti di un riscaldamento a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale e sulle traiettorie di riduzione delle emissioni necessarie per cogliere questo obiettivo. Secondo il rapporto, il mondo deve raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050.

Le emissioni di CO2 ancora prodotte dall’uomo dovranno essere compensate dalla cattura e dallo stoccaggio del CO2 (zero emissioni nette di carbonio). Questo obiettivo richiederà una riduzione rapida e molto significativa delle emissioni, l’uso di tecnologie per rimuovere il carbonio dall’atmosfera e cambiamenti comportamentali.

Il rapporto sarà discusso anche in occasione della prossima conferenza sul clima, prevista dal 3 al 14 dicembre a Katowice (Polonia).
Nel febbraio 2015 il Consiglio federale ha approvato un obiettivo di riduzione indicativo delle emissioni del 70-85 per cento entro il 2050. Il 21 settembre 2018 ha incaricato l’UFAM (Ufficio federale dell’ambiente ) di esaminare, insieme agli altri uffici interessati, le implicazioni degli ultimi risultati scientifici dell’IPCC e di proporre, se necessario, un obiettivo 2050 riveduto.

La Svizzera sta gradualmente aumentando i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Tra il 2008 e il 2012 le emissioni dovrebbero diminuire dell’8 per cento rispetto al 1990. Successivamente dovranno essere ridotte del 20 per cento entro il 2020.

Per il periodo 2021-2030, nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima, la Svizzera si è impegnata a ridurre le emissioni del 50 per cento. A tal fine occorre rivedere la legge sul CO2, il principale strumento della politica climatica svizzera.

Il Consiglio federale ha pertanto approvato il relativo progetto nel dicembre 2017. La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (CAPTE-CN) ha iniziato la sua revisione quest’anno.

Anche a livello internazionale, gli obiettivi di riduzione devono essere rafforzati periodicamente. Gli obiettivi di riduzione annunciati dagli Stati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sono infatti insufficienti a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei due gradi o addirittura a 1,5 gradi. Secondo l’Accordo di Parigi sul clima, gli Stati sono tenuti ad annunciare un obiettivo di riduzione più ambizioso ogni cinque anni.

La Svizzera apprezza la qualità del lavoro dell’IPCC, sul quale si basa la ricerca nazionale, in particolare per l’elaborazione di scenari climatici regionali. Il 13 novembre 2018 l’Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera ed il Politecnico Federale di Zurigo presenteranno nuovi scenari climatici.

Photo: Pixabay.com