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La Commissione federale della migrazione CFM appoggia la partecipazione svizzera al patto dell’ONU sulla migrazione. Il patto è un’iniziativa su scala mondiale a favore di una politica migratoria perenne ed efficace; offre vantaggi diretti per la politica migratoria della Svizzera.

La Commissione federale della migrazione (CFM) ha seguito da vicino la genesi del patto mondiale sulla migrazione sin dal lancio del processo da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 2016.

Sulla base delle analisi svolte durante il 2018 la CFM considera necessaria la sottoscrizione del patto da parte della Confederazione. La partecipazione al patto assocerà la Svizzera a uno sforzo mondiale di regolamentazione della migrazione e potrà avere ricadute positive dirette sulla politica migratoria elvetica.

La CFM rileva che il patto mondiale non limita in nessun modo la sovranità dei Paesi firmatari: esso indica espressamente che gli obiettivi che persegue non sono legalmente vincolanti e che ogni Stato ha facoltà di definire e attuare la propria politica migratoria. Gli Stati firmatari non soggiaceranno ad alcun meccanismo coercitivo ma godranno di maggiori possibilità di scambi di vedute e di collaborazione contestualmente all’implementazione della loro politica migratoria.

Il patto consta di 23 obiettivi che spaziano dal miglioramento della qualità dei dati sulla migrazione alla lotta contro i passatori passando dal miglioramento dei controlli alla frontiera, dei controlli identitari e dei soccorsi alle persone in difficoltà. Abbracciano la promozione dell’integrazione, la lotta contro la discriminazione, il buon decorso degli eventuali ritorni e la riduzione dei fattori che obbligano taluni a lasciare il proprio Paese.

Questi diversi obiettivi appaiono ragionevoli, misurati ed equilibrati e sono accompagnati da proposte di azioni politiche (“draw from”) che gli Stati sono liberi di seguire o meno.
Nella scia del ruolo decisivo svolto dal nostro Paese durante la fase preparatoria, la sigla del patto da parte della Svizzera riveste una portata simbolica che non va sottovalutata. Essa fa della Svizzera un partner affidabile e coerente dei futuri negoziati multilaterali e bilaterali sulla regolamentazione della migrazione.

La sigla del patto potrebbe inoltre avere ricadute positive dirette in determinati ambiti cruciali della politica migratoria. A titolo di esempio, nel suo 21° obiettivo il patto riafferma con vigore il dovere di ciascuno Stato di riammettere i propri cittadini: ciò costituisce una base essenziale per la negoziazione a cura del nostro Paese di accordi di riammissione efficaci nel settore dell’asilo.

Il patto enuncia inoltre (obiettivo 6) il principio di un reclutamento etico di manodopera in modo da garantire un lavoro decente. Si tratta di un principio essenziale per la protezione della manodopera indigena contro il dumping salariale.

In conclusione, in una prospettiva di lungo periodo per una migliore regolamentazione mondiale della migrazione come anche in una prospettiva pragmatica, il patto mondiale costituisce uno strumento prezioso ed è positivo osservare come una schiacciante maggioranza di Paesi nel mondo si appresti ad associarvisi.

Photo: Pixabay.com