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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo scritto di Moreno dei Ricci, si tratta di un approfondimento dell’articolo La Picca: la Regina delle Battaglie Rinascimentali pubblicato su Zhistorica.

Si sa per osmosi che le formazioni svizzere erano formidabili, veloci e temibili, ma per far funzionare la sofisticata macchina bellica i Confederati, nel corso del tempo, hanno raffinato la gestione delle truppe con metodi più o meno ortodossi.

L’inizio:
Innanzitutto l’addestramento iniziava sin da ragazzo, all’età di 16 anni si apprendeva il maneggio della picca, della lotta, si allenava la resistenza con marce e lunghe corse.. poi in età più avanzata si procedeva con l’addestramento nelle tattiche, nelle manovre e nel combattimento specifico contro la cavalleria, imparando a disarcionare il cavaliere parandone i colpi per poi finirlo una volta a terra.
Nel contado tutto ciò si apprendeva tramite tradizione famigliare, ma era poi nelle città che il tutto veniva perfezionato e raffinato.
Le scuole erano situate nei vari capoluoghi della confederazione, gestite dalle autorità locali, fornivano tutto il necessario per l’addestramento ai giovani cadetti, compreso vitto e alloggio.

Il continuo addestramento:
Terminato il lungo e duro addestramento (si stima che il circa il 50% riuscisse a superare l’intero iter) si diveniva un componente effettivo dello schieramento di riferimento del proprio territorio. Ma non era ancora finita, regolarmente ci si ritrovava per continuare l’addestramento con l’Intera truppa e gli ufficiali, per rinsaldare lo spirito di corpo e rendere efficienti manovre e tattiche, come cariche ordinate, schieramento contro la cavalleria, manovre di accerchiamento etc.

La composizione dei quadrati:
La cosa affascinante era la composizione di questi quadrati, all’interno trovavano posto fianco a fianco: Villani, Artigiani, Mercanti, Nobili e borghesi, in pratica tutti gli strati sociali della comunità.
Nelle righe si creava il corpo centrale formato principalmente dalla classe Nobiliare o Alto-borghese per poi differenziarsi verso i fianchi alternando Villani e borghesi e Nobili, questo serviva a mantenere coesione e ordine in formazione, senza che vi fossero addensamenti dello stesso strato sociale che avrebbe portato a conflitti con gli altri componenti più o meno abbienti.
Nelle colonne invece si posizionano gli stessi membri del territorio di provenienza (borgata, villaggio, corporazione etc) trovandosi davanti e dietro, amici e parenti, con l’obbiettivo appunto di creare coesione e partecipata condivisione della fatica in battaglia (vedi immagine allegata parte Sx). Il tutto con l’obbiettivo ultimo di mischiare i più esperti con quelli meno, uniformando la qualità della truppa ed innalzando il livello medio col passare del tempo!

La rigida disciplina:
Se anche la conformazione del quadrato non era sufficiente per stabilire ordine e precisione, entravano in gioco le punizioni. Chiunque disobbedisse agli ordini del proprio ufficiale, veniva punito con la “rissa” cioè una manica di randellate inferte da alcuni dei tuoi compagni (non solo ufficiali, per non creare eccessivi attriti con il corpo dirigente). Se durante la battaglia mostrarvi poca fermezza o paura, addirittura uscendo dai ranghi fuggendo, venivi ucciso all’istante e poteva farlo chiunque all’interno della formazione; la cosa non finiva poiché la tua famiglia ne pagava le conseguenze con il marchio di codardia per tre generazioni e con la demolizione delle case di proprietà! (Cosi preferivi crepare in battaglia piuttosto che fuggire creando precedenti).

La formazione da battaglia:
Il rigido ed attento addestramento portava ad avere truppe ben funzionanti ed efficienti sul campo di battaglia, senza che vi fosse necessariamente bisogno di ufficiali capaci e altamente preparati (in pratica era una macchina che funzionava da se, senza grosse esigenze di comando).
La principale formazione adottata era quella “Tripartita” cioè divisi in 3 quadrati distaccati indipendenti fra loro, ma dalla grande cooperazione tattica.
Il corpo principale era chiamato GEWALTHAUFFEN e prendeva il posto centrale nella formazione, solitamente composta fra i 4000/6000 uomini.
Schierato davanti, ad un lato del corpo principale, prendeva posto il VORHUT, l’avanguardia formata solitamente da 1500/2000 uomini.
Dietro il corpo principale e opposto al lato dell’avanguardia, prendeva posizione il NACHHUT, la retroguardia, anch’essa composta solitamente da 1500/2000 uomini.

La tattica in battaglia:
I 3 corpi, una volta pronti a dar battaglia, iniziavano col “sondare” il nemico con il VORHUT individuando l’eventuale punto in cui far ingaggiare il GEWALTHAUFFEN, che iniziava quindi la carica, mentre questo ingaggiata, il VORHUT copriva il corpo centrale da eventuali cariche della cavalleria o da accerchiamenti nemici.
Nel frattempo il NACHHUT, quatto quatto, iniziava la manovra di accerchiamento del nemico, con l’obbiettivo di prenderne i fianchi o addirittura le retroguardie, se il VORHUT era disimpegnato dalla battaglia, poteva eseguire le stessa manovra, magari per andare ad assaltare artiglierie, il tutto mentre la spinta del GEWALTHAUFFEN continuava inesorabile.
In una eventuale situazione di stallo, i 2 quadrati minori seguivano manovre per rafforzare l’attacco centrale con l’ingrandimento del fronte e il supporto con azioni rapide atte a disgregare l’avversario, così da far penetrare con la carica i compagni.
In caso di ritirata tattica (per superiorità del nemico), VORHUT e NACHHUT coprivano la ritirata del GEWALTHAUFFEN impegnando il nemico con rapide cariche e tenute di campo fino a che il ripiegamento fosse compiuto con ordine svizzero, appunto, Cioè senza rotta, ma ritirandosi ordinatamente ed in formazione.
(Vedi immagine allegata a Dx).

Dentro alla battaglia:
I numeri che componevano i quadrati sono importanti, e combattere in formazione non era cosa da poco, sopratutto maneggiando picche di 4/6 metri, alabarde, spade etc
Durante la carica, la spinta dei propri compagni retrostanti era una bestia con cui fare i conti! Non potevi fermarti ed urlare “piano a spingere”, dovevi continuare ad avanzare sfruttando lo slancio della pressione del quadrato per sbaragliare l’avversario.
L’abilità stava nel rimanere saldi e compiere il proprio dovere e mietere vittime “scartare l’arma avversaria, infilzare il nemico e passare oltre”. La gestione di tutti questi fattori fisici e psicologici non era cosa da poco, ma l’addestramento e lo spirito corpo facevano il resto. Una volta ingaggiato, ed arrivate le prime linee ad essere impossibilitate all’ utilizzo delle picche per il poco spazio, entravano in gioco spade, pugnali, alabarde e partigiane in un sanguinoso corpo a corpo e Mentre combattevano, dovevano sempre tenere orecchi aperti per sentire ordini dati a voce e per via di tamburi e trombe, ed eseguirli con pronta risposta!

Insomma un mestiere non da poco! Fatto di rigidità e sangue freddo, disciplina e addestramento, il tutto condito con coraggio ed esperienza! Non per nulla i mercenari svizzeri furono i più apprezzati per gran parte del rinascimento e dimostrarono la loro superiorità tattica davanti a tutti i nemici affrontati (persero anche loro delle battaglie, ma mai con disastrosi fallimenti o massacri totali).
Furono ambiti e desiderati da tutti i reggitori di stati europei, invidiati e copiati, crearono e resero vincente un nuovo modo di combattere, ribaltando intere sorti, plasmano la res bellica, con le fanterie che ritornarono protagoniste dei campi di battaglia!
Entrano a gran merito nel Pantheon dei guerrieri più formidabili di sempre.

MdR per Zhistorica*

* per gentile concessione dell’Autore

[Fonti: materiale di ricerca archivio Troso – Meine Ehre heißt Treue. P de Valliere. Losanna 1940 – Altro: vedi bibliografia articolo.]