Condividi su:

L’iniziativa popolare «Favorire la donazione di organi e salvare vite umane» chiede l’introduzione di un modello del consenso presunto in senso stretto per aumentare sensibilmente il numero di donazioni di organi. In linea di principio il Consiglio federale sostiene la richiesta, ma propone una modifica della legge per poter tutelare al contempo i diritti dei familiari, che dovranno continuare ad avere la possibilità di farsi latori della volontà del defunto; quindi, nella sua seduta del 14 giugno 2019, ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di elaborare un controprogetto indiretto.

La donazione di organi salva vite umane. Alla fine dell’anno scorso, le persone in lista d’attesa erano 1412. Occorre attendere in media più di un anno prima di trovare un organo donato che sia adeguato. L’anno scorso 68 persone in lista d’attesa sono decedute senza averne ricevuto uno.

La Jeune Chambre Internationale (JCI) ha depositato l’iniziativa popolare «Favorire la donazione di organi e salvare vite umane», che chiede di sancire nella Costituzione federale il modello del consenso presunto in senso stretto che consentirebbe di prelevare gli organi di una persona deceduta a meno che questa non si fosse opposta al prelievo quando era ancora in vita. In linea di principio il Consiglio federale sostiene questa richiesta, perché ritiene molto importante ridurre i tempi di attesa per un trapianto di organi in modo da salvare vite umane. Tuttavia il Consiglio federale non intende introdurre un modello del consenso presunto in senso stretto, che non prevede il coinvolgimento obbligatorio dei familiari, ma vede semmai con favore un modello del consenso presunto in senso lato da sancire nella legge sui trapianti. Vengono così tutelati i diritti dei familiari, che devono continuare a essere coinvolti obbligatoriamente e avere la possibilità di rifiutare una donazione di organi se ciò corrisponde alla volontà del defunto. Il Consiglio federale è consapevole delle difficili questioni etiche che il trapianto di organi implica e auspica un ampio dibattito su questo tema. Per questo ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di elaborare entro il prossimo autunno un controprogetto indiretto che preveda un modello del consenso presunto in senso lato.

Attualmente in Svizzera vige il modello del consenso, secondo cui una donazione di organi è presa in considerazione se la persona deceduta vi aveva acconsentito quando era ancora in vita. Se la volontà non è stata espressa, la decisione spetta ai familiari che, in questa situazione difficile, rifiutano la donazione all’incirca nel 60 per cento dei casi.

Secondo il modello del consenso presunto, per principio ogni persona maggiorenne è potenzialmente una donatrice di organi, a meno che non si fosse opposta alla donazione quando era ancora in vita. Le condizioni per una donazione rimangono come quelle attualmente vigenti: possono donare organi solo le persone che sono decedute in ospedale per morte cerebrale in seguito a lesioni cerebrali o ad arresto cardiocircolatorio. Se il decesso avviene a domicilio o al di fuori di un ospedale, la donazione non è possibile. (Fonte: admin.ch)