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L’estrazione della torba non è più permessa in Svizzera, in quanto causa danni al clima ed alla biodiversità.

Nel dicembre 1987 il popolo svizzero ha approvato, con circa il 58 per cento dei voti, l’«iniziativa popolare di Rothenturm». Da allora in Svizzera le paludi ed i paesaggi palustri di particolare bellezza e d’importanza nazionale sono protetti; in questi luoghi non si possono costruire impianti né procedere a modifiche del suolo, ciò che equivale a un divieto generale di estrarre e sfruttare la torba.

Per ridurre i danni ambientali anche all’estero, nel 2012 il Consiglio federale ha adottato la strategia di rinuncia alla torba.

Nell’estate del 2019 rappresentanti dell’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale e del commercio al dettaglio, dei centri di giardinaggio specializzati e dei produttori di terriccio hanno firmato una dichiarazione d’intenti, in cui si impegnano a ridurre entro il 2030 la quota di torba nella produzione e nell’offerta di piante ornamentali, piante da appartamento, arbusti e alberi ornamentali. A tal fine occorre sostituire progressivamente la torba nella produzione di substrati e rinunciare alla vendita di piante coltivate utilizzando torba.

Per sostituire la torba vengono utilizzati diversi componenti di substrato, tra cui carbone vegetale biochar, miscanto, fibra di canapa, paglie di lino, lolla di cereali, canna e sfagno coltivato sono stati valutati in base ai loro effetti sull’ambiente, alla sostenibilità sociale, alle proprietà che favoriscono la produzione vegetale e alla futura disponibilità.

Per promuovere l’applicazione pratica dei risultati, nel 2017 è stato avviato un progetto pilota di tre anni a sostegno dell’introduzione di substrati con un contenuto ridotto di torba o privi di torba nella coltivazione di piante ornamentali in dieci imprese di giardinaggio tradizionali e biologiche, con l’assistenza specialistica di JardinSuisse e dell’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (FiBL).

Photo: Pixabay.com