Gli esperti di Agroscope hanno dimostrato per la prima volta quali piante a fiore sono particolarmente importanti per gli impollinatori e gli organismi ausiliari nel corso dell’anno. Gli impollinatori e gli organismi ausiliari contribuiscono all’abbondanza del raccolto in molte colture ma spesso, nei campi, gli insetti non trovano nutrimento a sufficienza.
Le api selvatiche aiutano a impollinare le colture agricole. Ma le piante a loro utili non fioriscono tutto l’anno: per esempio, dopo lo sfalcio i prati, sfruttati in modo intensivo, si trasformano in deserti privi di fiori per gli inetti impollinatori. A quel punto le api selvatiche devono trovare altre fonti di sostentamento.
Gli organismi ausiliari come le coccinelle e i crisopidi si nutrono di parassiti. Molti organismi ausiliari tuttavia sono «vegani» in certe fasi della vita. Allo stadio larvale, le coccinelle e i crisopidi sono predatori voraci di afidi e altri parassiti, mentre allo stadio adulto prediligono il nettare e il polline delle piante a fiore. Affinché gli agricoltori possano beneficiare della lotta naturale contro i parassiti, gli organismi ausiliari adulti hanno bisogno di piante foraggere adeguate. Solo a queste condizioni possono far nascere la generazione successiva di larve voraci.
Gli esperti di Agroscope, dell’INRA e delle Università di Berna e di Coblenza-Landau hanno dimostrato, per la prima volta nel dettaglio, quali sono le piante a fiore che le api selvatiche e gli organismi ausiliari utilizzano come fonte di sostentamento nel corso dell’anno. In primavera hanno bisogno soprattutto di alberi a fiore come aceri, querce, salici e ciliegi selvatici. In estate, prediligono i prati ricchi di fiori. Secondo lo studio, gli insetti utilizzano principalmente i fiori delle piante provenienti da superfici per la promozione della biodiversità e da habitat seminaturali come prati, siepi, margini del bosco, strisce fiorite e bordure (aree strette situate tra due tipi di habitat, come gli arbusti che si trovano tra la foresta e il prato) sfruttati in modo estensivo.
Per queste ragioni, non sorprende che circa due terzi del polline di cui si nutrono le api selvatiche e gli organismi ausiliari provenga dalle piante selvatiche. Le api selvatiche e gli organismi ausiliari dipendono quindi da una grande varietà di habitat floreali diversi, che fioriscono nei paesaggi agricoli in tempi diversi. Solo a queste condizioni gli animali possono fornire il loro prezioso contributo – impollinazione e lotta antiparassitaria – agli agricoltori. Lo studio illustra su quali basi poter modificare coerentemente i paesaggi agricoli. Fonte: admin.ch
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