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Il 17 maggio 2020 la popolazione svizzera voterà sull’iniziativa popolare “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)”. L’iniziativa chiede al Consiglio federale di denunciare l’accordo sulla libera circolazione (ALC) se non fosse possibile abrogarlo di comune intesa con l’UE. Nella conferenza stampa dell’11 febbraio 2020, la Consigliera federale Karin Keller-Sutter e il presidente della Conferenza dei Governi cantonali, il consigliere di Stato sangallese Benedikt Würth, hanno ribadito la posizione della Confederazione e dei Cantoni.

Il Capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), la consigliera federale Keller-Sutter, ha dichiarato ai media che la Svizzera è riuscita a trovare una via autonoma in Europa ed a concludere con l’UE trattati specialmente calibrati per le sue necessità (Bilaterali I).

I sette Accordi dei Bilaterali I garantiscono in settori economici importanti un accesso in ampia misura non discriminatorio delle imprese elvetiche al mercato interno dell’UE. L’economia svizzera è pertanto straordinariamente ben posizionata sul piano internazionale e la disoccupazione ha toccato il livello più basso da un ventennio.

La consigliera federale Keller-Sutter ha rilevato che l’accettazione dell’iniziativa sulla limitazione non significa altro che la fine della collaudata via bilaterale e comporta il rischio di una situazione di assenza di accordi. In caso di denuncia unilaterale dell’ALC, i sei altri accordi dei Bilaterali I decadono automaticamente in applicazione della clausola ghigliottina. L’iniziativa prevede un termine negoziale di 12 mesi per abrogare l’ALC di comune accordo, ma ciò non è realistico.

L’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa ha mostrato che l’UE non è disposta ad abbandonare l’accordo. Infatti, l’UE considera l’ALC un presupposto fondamentale per la partecipazione al mercato interno e vi è il rischio che l’UE metta in questione altri accordi oltre ai Bilaterali I, come ad esempio gli accordi d’associazione alla normativa di Schengen e Dublino. Ciò avrebbe conseguenza gravose sia per la sicurezza e l’asilo ma anche per il traffico di confine e la libertà di viaggio.

Il Consiglio federale auspica che l’immigrazione sia limitata allo stretto necessario e per questo promuove con diverse misure mirate il potenziale di manodopera indigena. D’intesa con le parti sociali ha varato misure per favorire il reinserimento professionale delle persone anziane, il Governo ha proposto al Parlamento di concedere ai disoccupati sopra i 60 anni che hanno esaurito le indennità una rendita ponte fino alla pensione per garantire il loro sostentamento.

Il consigliere di Stato del Cantone di San Gallo, Benedikt Würth, nella sua funzione di presidente della Conferenza dei governi cantonali (CdC), ha chiesto anche a nome dei Cantoni di votare no il 17 maggio 2020. Prendendo ad esempio il suo Cantone d’origine, San Gallo, ha illustrato le conseguenze negative dell’abrogazione degli accordi bilaterali per l’industria. Fonte: admin.ch
Photo: pixbay