Condividi su:

Nel 192 anniversario della nascita di Henry Dunant fondatore del movimento della Croce Rossa, riportiamo un intervento di François Bugnion a St.Oyen (Aosta) il 19 settembre 2014 sul “Comitato internazionale della Croce Rossa e la protezione dei prigionieri di guerra e dei civili durante la Prima Guerra Mondiale”, tradotto da Maria Grazia Baccolo.

Qualche settimana fa abbiamo commemorato il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, una guerra senza precedenti che segna una profonda rottura nella storia dell’umanità, in quanto essa implica, in un modo o nell’altro, tutti i popoli del pianeta, per la sua durata e per i lutti e le innumerevoli sofferenze che essa ha provocato.
La Croce Rossa è uscita trasformata da questa prova. Per compiere la loro missione in qualità di ausiliari dei servizi di sanità degli eserciti e per venire in aiuto agli innumerevoli soldati feriti in combattimento, le Società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa dei paesi belligeranti hanno recrutato ed inviato in prima linea migliaia di medici, di infermieri e infermiere ; hanno aperto ospedali di campagna in prossimità del fronte, organizzato treni sanitari per l’evacuazione dei feriti, assicurato una parte delle cure alle retrovie e soccorso gli invalidi e i mutilati.

Anche le Società nazionali dei paesi neutri – particolarmente la Croce Rossa americana fino all’ingresso in guerra degli Stati Uniti nell’aprile 1917 – hanno organizzato delle azioni di soccorso senza precedenti in favore dei feriti e della popolazione sinistrata.

Quanto al Comitato internazionale della Croce Rossa, annunciò il 15 agosto 1914 l’apertura dell’Agenzia internazionale dei prigionieri di guerra. In un primo tempo, l’Agenzia venne installata nei locali del Comitato internazionale, ma la sua attività avrà presto uno sviluppo spettacolare e l’Agenzia dovette trasferirsi al Museo Rath, che la città di Ginevra mette a disposizione del Comitato internazionale ; dall’autunno l’Agenzia occupa circa 1200 volontari, incaricato di trattare la corrispondenza quotidiana di diverse migliaia di lettere ; con il proseguimento della lotta, i volontari saranno progressivamente rimpiazzati dal personale pagato. Così, l’Agenzia diventerà uno strumento essenziale al fine di ristabilire il contatto fra i prigionieri di guerra e le loro famiglie. In verità, sarà il fulcro dell’azione di protezione dei prigionieri di guerra, intrapresa dal Comitato internazionale.

Nell’ottobre del 1914, il Comitato annuncia l’apertura della sezione civile dell’Agenzia. Questo nuovo servizio avrà per scopo assicurare alle vittime civili della guerra servizi identici a quelli che l’Agenzia offriva ai prigionieri di guerra e alle loro famiglie. Si trattava in prima istanza di ristabilire i legami fra coloro che la guerra aveva separato : internati civili, sfollati, rifugiati, ostaggi e popolazione dei territori occupati.

Ora, la Croce Rossa era stata creata per venire in aiuto ai militari feriti. Come spiegare questa doppia estensione del ruolo del Comitato intrenazionale e della Croce Rossa intera, prima di tutto verso i prigionieri di guerra poi verso le vittime civili della guerra?

All’origine della protezione convenzionale dei prigionieri di guerra, ritroviamo una figura che ci è familiare, Henry Dunant.

A seguito delle sue disfatte finanziarie e del fallimento del Credito ginevrino, nel 1867, Dunant si è rifugiato a Parigi. Avendo la doppia nazionalità svizzera e francese, il fatto di risiedere in Francia lo mette al riparo di una eventuale domanda di estradizione.

E’ dunque a Parigi che viene sorpreso dalla guerra franco-prusiana del 1870- 1871. Egli sarà profondamente segnato dalle terribili sofferenze che questa guerra infligge ai combattenti e alle popolazioni civili, e ancor più dalle violenze della guerra civile che la Francia attraverserà al termine della guerra francoprussiana.

Per prevenire il ritorno di tali atrocità, e come non può più agire nel quadro della Croce Rossa, egli fonda con qualche amico – tutti aristocratici – una nuova organizazione chiamata « Alleanza universale dell’ordine e della civilizzazione »; il titolo enfatico di questa organizatione indica bene i suoi obiettivi praticamente illimitati.

Siccome bisogna ben cominciare da qualche parte, l’Alleanza si propone, come primo obiettivo, l’adozione di una convenzione per la protezione dei prigionieri di guerra, di cui la guerra franco-prussiana, che era appena terminata, aveva sottolineato la sorte drammatica.

Dunant seguì allora esattamente lo stesso cammino di quello che aveva seguito qualche anno prima per arrivare alla fondazione della Croce Rossa e l’adozione della Convenzione di Ginevra : egli fonda un Comitato esecutivo – equivalente del CICR – redige un progetto di convenzione, che prevede la creazione di Società di Soccorso per i prigionieri di guerra, sul modello delle Società della Croce Rossa, cerca di assicurarsi il patrocinio di un governo e lancia gli inviti per una conferenza diplomatica che deve riunirsi a Bruxelles.

Fu allora che il governo russo si cimenta in una manovra molto curiosa. Con il pretesto che stava per inviare degli inviti in vista di una conferenza sullo stesso argomento, il Gabinetto di San Pietroburgo convince il Comitato esecutivo dell’Alleanza universale dell’ordine e della civilizzazione di ritirare i suoi inviti e lancia i propri inviti per una conferenza diplomatica che si terrà a Bruxelles nel 1874.

Esso unì alle sue lettere di invito un progetto di convenzione ampiamente copiato dal progetto di Dunant, ma ignora le società di soccorso per i prigionieri di guerra.
Durante i dibatti della Conferenza di Bruxelles, il rappresentante del Belgio tentò invano di ristabilire il progetto dell’articolo relativo alle società di soccorso per i prigionieri di guerra. Egli affronta l’opposizione dei diplomatici e dei militari.

Per l’ Alleanza universale dell’ordine e della civilizzazione, è un doppio fallimento. Da un lato, essa è stata tenuta fuori dalla conferenza diplomatica; d’altra parte, la Dichiarazione di Bruxelles relativa alle leggi e agli usi della guerra terrestre non fa alcun riferimento alle società di soccorso per i prigionieri di guerra. Non ci vuole altro per provocare lo scioglimento del Comitato esecutivo dell’Alleanza e per stroncare sul nascere le future società di soccorso per i prigionieri di guerra.

In ogni caso, la Dichiarazione di Bruxelles non sarà mai stata ratificata. Spetterà alla prima Conferenza internazionale di Pace, tenutasi a L’Aja nel 1899 di riaprire il caso.
Essa prenderà come base per i suoi lavori la Dichiarazione di Bruxelles – non ratificata. Onore deve essere reso al rappresentante del Belgio, che propose di includere nella Convenzione dell’Aja relativa alle leggi e agli usi della guerra terrestre l’articolo relativo alle società di soccorso che la Conferenza di Bruxelles aveva scartato con un colpo di mano.

Con incoerenza, di cui le conferenze diplomatiche hanno dato esempio in più di un caso, la Conferenza dell’Aja accetterà questo articolo praticamente senza discussione. 6 Pertanto, il diritto internazionale accordò un bel riconoscimento alle società di soccorso per i prigionieri di guerra che non esistevano!

Questa incoerenza a messo la Croce Rossa davanti ad un dilemma molto difficile.

In effetti, era ovvia l’impossibilità di creare in tempo di pace società di soccorso per i prigionieri di guerra, poichè ciò sarebbe apparso come profezia di sventura e come annuncio di sconfitta.
Tra le società esistenti, solo le Società della Croce Rossa avevano la potenza di affrontare le enormi esigenze che avrebbe provocato l’assistenza per centinaia di migliaia di prigionieri di guerra in caso di un’altra guerra europea. Ma allo stesso tempo, se la Croce Rossa si fosse presa cura dell’assistenza ai prigionieri di guerra, non avrebbe potuto essere accusata di deviare le risorse che le erano state assegnate per aiutare i feriti?

Questo dilemma ha attirato l’attenzione di tre conferenze internazionali della Croce Rossa : la Settima Conferenza Internazionale, tenutasi a San Pietroburgo nel 1902, l’Ottava Conferenza Internazionale, tenutasi a Londra nel 1907 e la nona Conferenza Internazionale, tenutasi a Washington nel 1912.

Dopo questi tre dibattiti, la Conferenza di Washington ha adottato una risoluzione con la quale la Croce Rossa si impegnava a caricarsi dell’assistenza volontaria ai prigionieri di guerra; questa risoluzione fece del Comitato internazionale il fulcro dell’assistenza ai prigionieri di guerra.

E proprio per mettere alla prova le possibilità concrete di andare in aiuto ai feriti e prigionieri di guerra che il CICR attivo’ due missioni temporanee nei Balcani nel 1912 e nel 1913 durante le guerre balcaniche. I suoi delegati hanno visitato la Serbia, la Bulgaria, il Montenegro, la Grecia e la Turchia.

I rapporti dei suoi delegati illustrano il carattere esplorativo di queste missioni: si trattava di tirare dell’esperienza delle guerre balcaniche il massimo degli insegnamenti nella prospettiva di una nuova guerra europea, che tutti temevano ma di cui le crisi sempre più frequenti che agitavano l’Europa apparivano come tanti segnali di avvertimento.

Non è possibile riassumere in pochi minuti le attività che l’Agenzia Internazionale dei prigionieri di guerra svolse durante quei quattro anni di guerra. Per attenersi all’essenziale, l’Agenzia si è sforzata di ristabilire la comunicazione tra i prigionieri di guerra – di cui se ne contavano diverse centinaia di migliaia dalla fine del 1914 e diversi milioni alla conclusione di accordi di armistizio – e le loro famiglie.

A tal fine, l’Agenzia chiese ai paesi belligeranti di trasmetterle gli elenchi dei prigionieri di guerra di cui essa assicurava la trasmissione alla parte avversaria.

Ogni nome è stato poi trascritto su schede classificate secondo un sistema alfabético-fonetico che permetteva di trovare una scheda nonostante le differenze di ortografia di uno stesso nome.10 Questo ha permesso di rispondere alle innumerevoli famiglie che si indirizzavano all’Agenzia nella speranza di trovare un marito, un figlio, un fratello disperso in combattimento.

Alla fine della guerra, gli schedari dell’Agenzia avevano più di cinque milioni di schede, contenenti altretanti informazioni sui prigionieri di guerra.11 Se l’Agenzia non disponeva delle informazioni richieste, essa apriva una inchiesta, sia presso le autorità detentrici, sia presso i prigionieri di guerra appartenenti allo stesso reggimento della persona dispersa.

L’Agenzia si e preoccupata anche della consegna della corrispondenza e dei soccorsi13 e ha preso misure per il rimpatrio in corso di guerra dei prigionieri grande malati o gravemente feriti, così come del personale medico, in conformità con la Convenzione di Ginevra.

Così, in quattro anni, sono piu di 100.000 invalidi di guerra e 26.000 membri dei servizi sanitari che sono stati rimpatriati durante le ostilità attraverso la Svizzera.

L’Agenzia avrebbe potuto fermarsi qui?

Fin dall’inizio della guerra, i belligeranti si sono accusati a vicenda di aver violato le disposizioni dei Regolamenti dell’Aia che proteggono i prigionieri di guerra e l’argomento di tali oneri fu preso come scusa per adottare misure di ritorsione contro i prigionieri nemici.

Nell’autunno del 1914, le rappresaglie e le ritorsioni portavano inesorabilmente allo smantellamento del sistema di protezione dei prigionieri di guerra. E ‘per spezzare questa spirale di rappresaglie che il CICR decise di inviare nei paesi belligeranti delle missioni itineranti per visitare i campi di prigionieri e per testimoniare la reale situazione dei prigionieri, che la propaganda di guerra dipingeva con i colori più scuri.

Questo è il motivo per cui il CICR pubblicò e diffuse il più ampiamente possibile le relazioni dei suoi delegati.18 Durante la Prima Guerra mondiale, il Comitato internazionale inviò 54 missioni temporanee in Europa, in Africa e in Asia per visitare i prigionieri di guerra detenuti da entrambe le parti. I suoi delegati hanno effettuato 524 visite ai campi di prigionieri di guerra.

Infine, il CICR dovrebbe ancora estendere la sua azione in un’altra direzione: la protezione dei civili.

In origine, infatti, l’Agenzia è stata creata per aiutare i prigionieri di guerra e le loro famiglie. Nessuno avrebbe pensato di dover raddoppiare questa attività per un’azione similare in favore dei civili. Tradizionalmente, la guerra era avvertita come una questione che riguarda i militari. I civili che non prendevano parte alla lotta dovevano essere risparmiati e protetti.
Con riserva di alcune disposizioni molto generali applicabili ai territori occupati,20 le Convenzioni dell’Aja del 1899 e del 1907 non contenevano disposizioni relative alla protezione dei civili. Si pensava che essi non sarebbero stati minacciati.

Bisognava disilludersi. Dall’inizio della guerra, la caccia al civile nemico fu generale, sia per impedire agli uomini in età da militare di raggiungere il loro paese e il loro esercito, sia a titolo di rappresaglia.

Così, migliaia di civili – uomini, donne, vecchi e bambini – sono stati arrestati e rinchiusi in campi di fortuna in cui le condizioni di vita erano deplorevoli.

Non è sorprendente, in queste circostanze, che l’Agenzia abbia visto arrivare presto numerose domande riguardo i civili, internati, rifugiati, sfollati, presi in ostaggio, ecc. Il CICR avrebbe dovuto rifiutare la sua assistenza sulla base del fatto che non aveva alcuna base giuridica per questo? Non lo pensò. Nel mese di ottobre 1914, annunciò l’apertura del Servizio Civile dell’Agenzia.

Nonostante le molte difficoltà che ha affrontato, l’Agenzia si è sforzata di realizzare a favore dei civili le stesse attività svolte in favore dei prigionieri di guerra, ovvero:
 Trasmissione delle liste degli internati, dei prigionieri o degli ostaggi, degli sfollati e dei rifugiati;
 Creare degli schedari;
 Indagini e ricerca di dispersi;
 Trasmissione di documenti ufficiali;
 Consegna delle lettere, pacchi e denaro;
 Richieste di rimpatrio.

Il rapporto generale del CICR sulle sue attività durante la Prima Guerra mondiale è purtroppo scarso di dati statistici sulla Sezione Civile dell’Agenzia.

Sappiamo, tuttavia, che l’Agenzia ha potuto trasmettere più di 190.000 informazioni relative a civili ricercati.

Allo stesso modo, il CICR ha affermato nel suo rapporto che la Sezione Civile dell’Agenzia ha elaborato durante il solo anno 1917, più di 80.000 richieste di rimpatrio per quanto riguarda i civili francesi.

Ma soprattutto, attraverso l’azione della Sezione Civile dell’Agenzia, il CICR ha mantenuto costante la pressione sulle parti in conflitto per limitare le misure arbitrarie adottate contro i civili e per portare loro un minimo di protezione.

Naturalmente, il CICR non avrebbe potuto eseguire alcuna di queste operazioni senza l’assistenza delle Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Pertanto, la decisione del CICR di estendere il campo delle sue attività a favore dei prigionieri di guerra e poi per le vittime civili della guerra ha portato ad un ampliamento del campo di azione della Croce Rossa nel suo complesso.

Indications bibliographiques
Bulletin international des Sociétés de la Croix-Rouge, N° 180, octobre 1914, à N° 196, octobre 1918.
Revue internationale de la Croix-Rouge, N° 1, janvier 1919, à N° 36, décembre 1921.
Documents publiés à l’occasion de la guerre (soit les rapports des délégués du Comité international sur leurs visites aux camps de prisonniers), 24 volumes publiés entre mars 1915 et janvier 1920, Genève, CICR. Organisation et fonctionnement de l’Agence internationale des Prisonniers de guerre, Genève, CICR, février 1915, 52 pages.
Renseignements complémentaires sur l’activité de l’Agence internationale des Prisonniers de guerre, Genève, CICR, mars 1916, 66 pages.
Le Rôle et l’Action du Comité international de la Croix-Rouge pendant la Guerre européenne de 1914 à 1916, Genève, CICR, 1917, 42 pages.
Actes du Comité international de la Croix-Rouge pendant la guerre 1914-1918, Genève, CICR, décembre 1918, 95 pages.
L’Agence internationale des Prisonniers de guerre, Genève, 1914-1918, Genève, CICR, 1919, 122 pages.
Rapport général du Comité international de la Croix-Rouge sur son activité de 1912 à 1920, Genève, CICR, 1921, 259 pages.
Le Comité international de la Croix-Rouge, ses Missions, 1918-1923, Genève, CICR, 1923, 60 pages.
Pierre BOISSIER, Histoire du Comité international de la Croix-Rouge, De Solférino à Tsoushima, Paris, Plon, 1963, 512 pages (traduction italienne: Storia del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Da Solferino a Tsoushima, a cura di Raimonda OTTAVIANI e Paolo VANNI, traduzione di Veronica GRILLO e Boris DUBINI, Firenze, Edizioni Tassinari e Ufficio Storico, Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale della Toscana, 2014, 316 pages).
François BUGNION, Le Comité international de la Croix-Rouge et la protection des victimes de la guerre, seconde édition Genève, CICR, juin 2000, pp. 88-129 (également disponible en anglais).
Renée-Marguerite CRAMER, « Rapatriement des prisonniers de guerre centraux en Russie et en Sibérie et des prisonniers de guerre russes en Allemagne », Revue internationale de la Croix-Rouge, N° 17, mai 1920, pp. 526-556.
Yvonne DE POURTALÈS et Roger-H. DURAND, « Henry Dunant promoteur de la Conférence de Bruxelles de 1874, Pionnier de la protection diplomatique des prisonniers de guerre », Revue internationale de la Croix-Rouge, N° 674, février 1975, pp. 71-96.
Gradimir DJUROVIC, L’Agence centrale de recherches du Comité international de la Croix-Rouge, Genève, Institut Henry-Dunant, 1981, pp. 39-76 (également disponible en anglais).
André DURAND, Histoire du Comité international de la Croix-Rouge, De Sarajevo à Hiroshima, Genève, Institut Henry-Dunant, 1978, pp. 22-100 (également disponible en anglais).
Roger DURAND, « Les prisonniers de guerre aux temps héroïques de la Croix- Rouge », in : De l’utopie à la réalité, Actes du Colloque Henry Dunant tenu à Genève au palais de l’Athénée et à la chapelle de l’Oratoire les 3, 4 et 5 mai 1985, Publiés par Roger DURAND avec la collaboration de Jean-Daniel CANDAUX, Genève, Société Henry-Dunant, 1988, pp. 225-297.
Roger DURAND, “Henry Dunant (1828-1910)”, Traduzione di Raimonda Ottaviani, in : Vite parallele di Henry Dunant e Gustave Moynier, Fondatori della Croce Rossa, a cura di M. G. BACCOLO, R. OTTAVIANI, Duccio e Paolo VANNI, Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale della Toscana, Ufficio Storico, e Emmebi Edizioni, Firenze, 2013, pp. 63-64.
Renée-Marguerite FRICK-CRAMER, Le rapatriement des prisonniers après la guerre de 1914-1918, Genève, CICR, 1944, 26 pages (tiré à part de la Revue internationale de la Croix-Rouge, N° 293, mai 1943, pp. 386-412, et N° 295, juillet 1943, pp. 567-580) (également disponible en anglais).
James-Wilford GARNER, International Law and the World War, London, Longmans, 1920 (2 volumes), vol. I, XVIII & 524; vol. II, XII & 534 pages.
Stefan ZWEIG, Le Coeur de l’Europe, Une visite à la Croix-Rouge internationale de Genève, Genève et Paris, Éditions du Carmel, 1918, 24 pages.