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Protezione dei dati: la revisione della legge sulla protezione dei dati (LPD) inizia già a produrre i suoi effetti e le autorità preposte alla protezione dei dati della Confederazione e dei Cantoni collaborano da vicino.

Oggigiorno la popolazione è esposta ad un trattamento dei dati sempre più ampio, automatizzato e personalizzato, gli incaricati della protezione dei dati della Confederazione e dei Cantoni si impegnano per il mantenimento della vita privata e dell’autodeterminazione della popolazione, come lo garantisce la Costituzione federale.

Dopo anni di discussioni, il 25 settembre 2020 le Camere hanno adottato la revisione della legge federale sulla protezione dei dati. Il nuovo testo eleva la protezione della personalità a un livello che permette di tener conto dei rischi della realtà digitale e consente all’economia di continuare anche in futuro a scambiare liberamente i dati con l’estero.

Con la revisione della LPD, che entrerà in vigore, verosimilmente, nella seconda metà del 2022, s’intende rafforzare la vigilanza dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) sugli organi privati e federali responsabili del trattamento dati. L’IFPDT disporrà di un repertorio di strumenti di lavoro basati sul rischio adattato ai pericoli della realtà digitale, mentre l’economia avrà nuovi obblighi di annuncio e di presentazione nei suoi confronti. L’IFPDT potrà inoltre pronunciare decisioni e quindi porre fine rapidamente a comportamenti che violano la protezione dei dati.

Le autorità preposte alla di protezione dei dati della Confederazione e dei Cantoni sono pure tenute a dare prova di pragmatismo se vogliono ottenere un qualsivoglia effetto in un contesto in continua evoluzione come quello dell’attuale pandemia, la quale ha portato ovunque a drastiche limitazioni della sfera privata e dell’autodeterminazione. Bisogna però pensare anche in prospettiva futura: ad esempio, la richiesta sistematica di dati personali da parte di fornitori privati nel contesto della pandemia rischia di condizionare l’autodeterminazione della popolazione anche una volta conclusa la crisi attuale.

L’esempio di questa crisi pandemica è emblematico: la protezione dei dati è tenuta a mediare fra il diritto di ogni persona alla tutela della propria sfera privata e all’autodeterminazione informativa e il dovere della Confederazione e dei Cantoni di proteggere queste stesse persone dalla pandemia. Questa esigenza pone sfide particolari: un esempio è dato dalla pubblicazione del numero dei contagi, ammissibile nei Comuni di grandi dimensioni ma non in quelli più piccoli, dove i malati sono facilmente identificabili. Un altro esempio è costituito da un’applicazione, conforme solo in parte alla legislazione sulla protezione dei dati, che viene utilizzata nell’insegnamento a distanza per mantenere i contatti tra insegnanti e studenti.

Un altro obiettivo prioritario nell’ambito della vigilanza sulla protezione dei dati è di fare in modo che le ingerenze operate in virtù del diritto di necessità dalle autorità esecutive nella sfera privata e nell’autodeterminazione della popolazione rimangano limitate nel tempo e siano sostituite tempestivamente da atti emanati dal parlamento.

La Giornata internazionale della protezione dei dati si svolge dal 2007 ogni 28 gennaio in tutto il continente e anche oltreoceano, su iniziativa del Consiglio d’Europa. Il suo obiettivo è di aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito alla protezione della sfera privata e al diritto all’autodeterminazione in materia di dati personali e di promuovere un cambiamento duraturo delle abitudini di utilizzo delle nuove tecnologie.

fonte: admin.ch
photo: pixabay