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Sono passati 75 anni dal discorso col quale Winston Churchill lanciò l’idea degli Stati Uniti d’Europa (comunque li si vorrà chiamare), lo pronunciò il 19 settembre 1946 all’Università di Zurigo. Dal 1996, in occasione dei 50 anni da quel discorso, l’Università di Zurigo promuove annualmente un Simposio per continuare a riflettere su quei temi.
Quest’anno a presentare il tema è stato chiamato Michel Barnier, politico francese ma – soprattutto – negoziatore della Commissione Europea per la Brexit.

Nel suo discorso Barnier presenta i risultati dei negoziati con il Regno Unito riordinandoli attorno a cinque parole chiave: rispetto, unità, responsabilità, ambizione, Europa.

La prima parola chiave è rispetto, rispetto proprio per quel ruolo svolto dal Regno Unito nel contribuire a definire quello che è oggi l’Unione Europea.

La seconda parola è unità, dall’altro lato del tavolo il Regno Unito ha trovato una posizione unitaria, svolta attraverso consultazioni ampie e trasparenti, un risultato importante se si considera che i negoziati hanno visto alternarsi due legislature europee.

Responsabilità è la terza parola chiave. Ad oltre 4 milioni di persone è stata garantita – a vita – la possibilità di continuare a risiedere nel Regno Unito o nell’Unione Europea mantenendo gli stessi diritti. Gli impegni finanziari in corso sono stati rispettati ed il disimpegno dagli stessi è avvenuto in maniera ordinata, Anche la complessa questione dell’Irlanda del Nord è stata regolata, si tratta ora di applicare e rispettare gli accordi presi,

Bisognava poi creare una prospettiva per il futuro, per questo la quarta parola chiave è ambizione.
L’accordo commerciale fra Unione Europea e Regno Unito è stato negoziato in soli 11 mesi, si è scelto di definire un accordo che fosse al contempo ambizioso ma anche realistico, da cui sono rimasti fuori questioni come la mobilità delle persone, la difesa, la cooperazione internazionale, ma che comprende:
– un accordo di libero scambio;
– la cooperazione nei settori del trasporto, dell’energia, della lotta ai cambiamenti climatici, della pesca e della ricerca e innovazione nell’ambito del Programma Quadro per la Ricerca dell’Unione Europea;
– la cooperazione in ambito sicurezza;
– i meccanismi di gestione e salvaguardia degli accordi, dalla composizione delle dispute fino alla possibilità di sospendere o limitare gli impegni relativi al libero scambio.

Non tutte le libertà ed il mercato unico sono state reinserite nell’accordo con il Regno Unito, ma le libertà fondamentali dell’Unione Europea ed il suo mercato unico sono stati difesi con successo, per questo l’ultima parola chiave è proprio Europa.

Contrariamente a certe previsioni la Brexit non solo non ha innescato la fine dell’Unione Europea ma la sta risvegliando. Ci sono delle lezioni che la Brexit ci ha lasciato e su cui l’Unione Europea dovrà lavorare, alcune sottolineate anche dalla attuale crisi pandemica, per rafforzare quel “tessuto europeo” di cui parlava Churchill 75 anni fa ed essere così certi che l’Europa sia all’altezza delle sfide future, con un’Unione Europea in grado tanto di proteggere quanto di ispirare, cooperando strettamente con i paesi amici, come la Svizzera. Per una Unione Europea che continui a renderci più forti, per un’Europa che gli europei non si sognerebbero mai di lasciarsi alle spalle.

Michel Barnier ha teminato il suo servizio presso la Commissione Europea lo scorso 31 marzo, lo aveva iniziato nel 1999, durante la Commissione Prodi. Messaggi di saluto, stima e ringraziamento sono giunti dai principali leader europei.

Link:
Account di Barnier con il congedo dalla Commissione ed il testo del suo discorso: https://twitter.com/MichelBarnier/status/1377349544787214344
Europa Institut an der Universität Zürich (EIZ): https://www.eiz.uzh.ch