Il Consiglio federale ha adottato il rapporto sull’entità e l’evoluzione delle molestie sessuali in Svizzera e sottolinea inoltre l’importanza di sostenere le vittime di violenza.
Le molestie sessuali assumono molte forme, tra le quali rientrano i commenti sessisti, l’invio di messaggi pornografici e i contatti fisici indesiderati.
A seconda della definizione impiegata nelle indagini, tra il 20 e il 60 per cento delle donne in Svizzera dichiara di aver già subìto molestie sessuali. Particolarmente a rischio sono inoltre le persone con disabilità e quelle appartenenti alla comunità LGBTQ+. Mentre la maggioranza delle molestie sessuali avviene negli spazi pubblici, i bambini e gli adolescenti ne sono sempre più colpiti negli spazi virtuali. Questi i risultati di uno studio esterno che analizza le statistiche disponibili e diverse indagini condotte fra la popolazione su cui si basa il rapporto del Consiglio federale.
Lo studio esterno giunge alla conclusione che i dati sulle molestie sessuali in Svizzera sono insufficienti. Questo è dovuto in parte al fatto che le indagini definiscono le molestie sessuali in modo diverso ed i casi sono inseriti nella statistica criminale di polizia soltanto quando sono segnalati alla polizia. Si suppone che il tasso di segnalazione sia inferiore al 20 per cento.
Per il Consiglio federale le molestie sessuali sono una forma di violenza di genere che deve essere combattuta con risolutezza ed è necessario per rendere più facile per le vittime denunciare la violenza di genere ed i reati sessuali.
Il Consiglio federale rammenta che i datori e le datrici di lavoro sono tenuti per legge a proteggere il proprio organico dalle molestie sessuali.
La Svizzera sta inoltre vagliando se ratificare la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro (ILO C190).
fonte: Consiglio federale
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