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Lara Dâmaso e Raffaela Naldi Rossano lavorano con diversi medium e formati e condividono un profondo interesse per le tecniche tradizionali di narrazione orale del Sud Europa, per la forza delle voci femminili e le relazioni tra corpo, movimento e voce. Per Undomesticated Voices, la loro mostra bipersonale all’Istituto Svizzero a Milano, le due artiste hanno sviluppato una nuova serie di lavori, impegnandosi in un processo di condivisione di idee e pensieri.

Con Undomesticated Voices, Lara Dâmaso e Raffaela Naldi Rossano creano una sorta di spazio fluido in cui le storie vengono rinarrate, le voci si sovrappongono polifonicamente e rituali antichi e arcaici vengono ripensati e fecondati dalla prospettiva femminista. Come dei fili intrecciati, nelle opere delle due artiste, si tessono una pluralità di rifermenti all’acqua, ai corpi, alle voci.

Lara Dâmaso (1996) è un’artista e performer che vive a Zurigo. Il suo mezzo centrale è il corpo. Esplora il potenziale espressivo, terapeutico e politico della voce. Più che uno strumento di enunciazione dell’intelletto, la sua messa in moto è strettamente legata a quella del corpo. L’artista aggira le strutture di potere incarnate dall’uso disciplinato della voce. Il suo lavoro esiste sotto forma di performance dal vivo, video o opere audio, ed è stato presentato in varie istituzioni, off space e festival.

Raffaela Naldi Rossano (1990) vive e lavora a Napoli. Attraverso l’attivazione di processi trasformativi, si impegna nell’indagine di nuove possibili relazioni e forme di intimità, cura e rivelazione, sia psicologica che socio-economica, tra spazi, corpi e oggetti. Le sue installazioni, che integrano sculture, immagini in movimento, suoni, esperienze di gruppo e poesia, sono concepite come spazi di transizione in cui il significato di storie nascoste e soppresse, individuali o collettive, viene ricreato ed esposto. Attraverso di esse, l’artista intende perseguire una scomposizione dell’ambiente architettonico e una riappropriazione femminista dello spazio e del paesaggio, in un’articolazione poetica del territorio.
La mostra è visibile presso l’Istituto Svozzero di Milano fino all’11 giugno 2022.

fonte: Istituto svizzero milano