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La biodiversità è in declino in tutto il mondo da decenni. Al centro della 15a Conferenza sulla biodiversità (CBD COP15), vi sarà l’adozione di un nuovo quadro globale di obiettivi specifici e misurabili per lottare contro la perdita di diversità biologica, per tutelare le specie e le risorse ecosistemiche entro il 2030.

Il 7 dicembre inizierà a Montreal (Canada), sede del segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (Cbd), la 15a Conferenza mondiale sulla natura (CBD COP15). Al centro dell’incontro vi sarà l’adozione di un nuovo quadro globale di obiettivi per il periodo dopo il 2020 (post-2020 global biodiversity framework ) che dovrà sostituire il Piano strategico per la biodiversità ed i relativi obiettivi di Aichi decisi nel 2010.
La delegazione svizzera si impegnerà a favore di obiettivi ambiziosi e misurabili. Entro il 2030, si prevede di destinare il 30 per cento delle superfici terrestri e marine globali alla biodiversità («30 by 30»).

Le sole misure di protezione della natura non sono però sufficienti per salvaguardare la biodiversità. Tra le cause principali del declino della biodiversità vi sono la perdita di spazi vitali, l’utilizzazione intensiva del suolo, l’inquinamento ambientale, i cambiamenti climatici e la diffusione di specie esotiche invasive. Per tale ragione, la Svizzera si impegnerà affinché nelle decisioni in tutti gli ambiti politici ed economici sia considerato e illustrato in modo chiaro l’impatto sulla biodiversità e promuoverà un orientamento dei flussi finanziari verso investimenti non dannosi per l’ambiente.

Alla Conferenza saranno inoltre discusse misure volte a ridurre i pesticidi ed i rifiuti plastici nonché a promuovere un comportamento di consumo e produzione sostenibile. Parallelamente alla Conferenza, le Parti dibatteranno su questioni legate al movimento transfrontaliero e alla gestione di organismi geneticamente modificati. Infine, si discuterà in merito all’attuazione di un meccanismo che regoli l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche, a favore dei Paesi di provenienza.

Secondo un rapporto del Consiglio mondiale della biodiversità (IPBES) un milione di specie è attualmente minacciato di estinzione. La Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CBD) intende contrastare la perdita di biodiversità.
La Convenzione è stata adottata nel 1992 in occasione della Conferenza di Rio sull’ambiente e finora è stata ratificata da 196 Paesi, tra cui la Svizzera nel settembre 1994, e dall’Unione europea. Si tratta del primo accordo globale che si occupa in modo esteso della protezione e dell’utilizzo sostenibile della diversità biologica sul quale il Consiglio federale ha adottato una strategia nazionale e un piano d’azione sulla biodiversità.

In occasione della Conferenza delle Parti della CBD tenutasi a Nagoya (Giappone) nell’ottobre 2010 sono stati definiti il Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e 20 nuovi obiettivi («Aichi Biodiversity Targets») per il decennio fino al 2020.

Il bilancio del «Global Biodiversity Outlook» del 2020, nel quale sono analizzati i risultati ottenuti in vista del raggiungimento degli obiettivi di Aichi, è deludente: a livello globale, solo sei dei 20 obiettivi sono stati in parte raggiunti. Il nuovo quadro globale per la biodiversità dopo il 2020 dovrà pertanto definire nuovi obiettivi quantificabili e decidere un processo di monitoraggio che consenta una valutazione continua dei risultati della lotta contro l’estinzione delle specie.