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Il 18 giugno 2023 elettrici ed elettori svizzeri voterano sulla Modifica della legge COVID-19.

L’evoluzione del coronavirus è tuttora imprevedibile. Non è quindi da escludersi che possano emergere nuove varianti pericolose. Per questo motivo il Parlamento ha deciso di prorogare sino a fine giugno 2024 alcune misure previste dalla legge COVID-19. In caso di necessità, le autorità potranno così intervenire rapidamente per proteggere le persone particolarmente a rischio e il sistema sanitario.

Resterà così possibile importare e impiegare medicamenti che prevengono un decorso grave della malattia, anche se non ancora omologati in Svizzera. La Confederazione potrà poi continuare a rilasciare un certificato COVID-19, soprattutto se dovesse essere nuovamente richiesto per recarsi all’estero. Potrà inoltre obbligare i datori di lavoro a proteggere le persone particolarmente a rischio, ad esempio consentendo loro di lavorare da casa. In caso di bisogno, potrà infine essere riattivata l’applicazione SwissCovid. Contro la proroga è stato chiesto il referendum. Se la proroga sarà respinta, tutte queste disposizioni decadranno a metà dicembre 2023.

La domanda che figura sulla scheda:

Volete accettare la modifica del 16 dicembre 2022 della legge federale sulle basi legali delle ordinanze del Consiglio federale volte a far fronte all’epidemia di COVID-19 (Legge COVID-19)

Il Consiglio federale e del Parlamento raccomandano di votare: SI

La legge COVID-19 è stata uno strumento importante per Confederazione e Cantoni, in quanto ha permesso loro di contenere la pandemia di COVID-19 e di attutirne l’impatto. Mediante la proroga, Consiglio federale e Parlamento si assicurano di poter ricorrere di nuovo, in caso di necessità, a strumenti collaudati per proteggere le persone particolarmente a rischio e il sistema sanitario.

Il comitato referendario raccomanda di votare: NO

Secondo il comitato, prorogare la legge COVID-19 è inutile e dannoso. La legge consente infatti di reintrodurre in qualsiasi momento misure discriminatorie. Un no alla proroga permetterebbe di ricompattare una società divisa e di tornare alla normalità.

Fonte: admin.ch
foto: pixabay