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Le PFAS, le sostanze per- e polifluoroalchilici, sono sostanze chimiche prodotte a livello industriale e impiegate in molti prodotti ormai da decenni. Le PFAS nuocciono alla salute, sono persistenti e difficilmente degradabili nell’ambiente. Sebbene alcune PFAS siano ormai proibite in Svizzera, nell’ambiente se ne possono trovare alcune tracce. Dai risultati di uno studio pilota dell’Osservazione nazionale delle acque sotterranee (NAQUA), le PFAS sono diffuse anche nelle acque sotterranee, tanto che quasi la metà delle stazioni di misurazione NAQUA ne ha rilevato la presenza. I valori limite attualmente validi sono stati superati solo presso una stazione di misurazione.

Le acque sotterranee rappresentano la risorsa di acqua potabile più importante della Svizzera. Dalle acque sotterranee si ricava l’80 per cento dell’acqua potabile. Nel 2021, nel contesto dell’osservazione NAQUA, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ed i servizi cantonali competenti hanno condotto uno studio pilota sulle PFAS. In tutta la Confederazione, sono stati effettuati prelievi in più di 500 stazioni di misurazione NAQUA, procedendo quindi a testare la presenza, all’interno di tali campioni, di 26 PFAS diverse.

In quasi la metà delle stazioni di misurazione NAQUA nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di PFAS. Di queste, al momento, ne sono state identificate 13. Le concentrazioni più elevate sono state registrate per la singola sostanza PFOS, vietata in Svizzera dal 2011, se non per singoli casi eccezionali. Per le PFAS nelle acque sotterranee si applicano i valori limite dell’ordinanza del DFI sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico. L’ordinanza prevede attualmente valori limite di 0,3 e 0,5 microgrammi per litro per tre singole PFAS.

Allo stato attuale delle conoscenze, una delle più importanti cause della presenza di PFAS nelle acque sotterranee sono le schiume ignifughe contenenti PFAS, utilizzate in luoghi in cui si sono verificati incendi, aree industriali, impianti di deposito o ferrovie nonché nelle piazze d’esercitazione della protezione civile, dove sono penetrate nel suolo talvolta a più riprese. Le PFAS possono raggiungere le acque sotterranee anche tramite le discariche e le acque di scarico.

Il tema delle sostanze chimiche persistenti è ormai all’ordine del giorno, l’UFAM sta verificando la necessità di un piano d’azione per ridurre l’impatto sulle persone e sull’ambiente delle PFAS e di altre sostanze chimiche persistenti.

Le PFAS sono prodotti chimici organici completamente fluorurati o parzialmente fluorurati. Grazie alle loro proprietà idro- e liporepellenti e alla loro stabilità termica e chimica, vengono utilizzate in molti prodotti per la casa nonché nell’artigianato e nell’industria. Vengono utilizzate, p. es., per la produzione di schiume ignifughe, impregnanti, imballaggi alimentari idro- e liporepellenti, attività estrattiva dei combustibili fossili, padelle antiaderenti, indumenti traspiranti, cosmetici, carta da forno o sciolina e molte altre coseta. Si tratta di un gruppo di sostanze composto da diverse migliaia di prodotti chimici che rimangono nell’ambiente in modo persistente.

Nell’ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici, il Consiglio federale ha già introdotto alcuni divieti per singoli gruppi di PFAS che, allo stato attuale delle conoscenze, presentano i maggiori rischi per la salute e sono i più diffusi nell’ambiente. Nello studio pilota di NAQUA sono stati analizzati 26 PFAS diverse.

fonte: Ufficio federale dell’ambiente UFAM

foto: pixabay