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La 22enne Zoé Claessens bronzo nel BMX racing.

Dallo Stade BMX di Saint-Quentin-en-Yvelines è arrivata un’altra medaglia per la Svizzera: Zoé Claessens conquista il bronzo, con oro all’australiana Saya Sakakibara e argento all’olandese Manon Vestra.

Il ciclismo è stato incluso nei Giochi Olimpici già nel 1896. Le donne sono state ammesse a partecipare agli eventi su strada per la prima volta nel 1984, quasi un secolo dopo. In questa edizione parigina le discipline ciclistiche sono cinque: le gare di ciclismo su pista (al Vélodrome national di Saint-Quentin-en-Yvelines), ciclismo su strada (al Pont d’Iéna di Parigi), mountain bike (alla Colline d’Elancourt), BMX freestyle (a Place de la Concorde) e BMX racing (allo Stade BMX di Saint-Quentin-en-Yvelines).

Il BMX racing: è una gara su una pista con dossi, ostacoli e curve: il programma olimpico prevede due gare individuali, una per genere, con al via 24 atleti ciascuna (con un massimo di tre uomini e tre donne per Paese). Le gare si svolgono per batterie, in cui otto atleti si sfidano spalla a spalla. Infatti, gli atleti si preparano in partenza nelle postazioni designate con le ruote anteriore appoggiate al cancello: quando lo starter dà il via alla gara, il cancello si abbassa e gli atleti si lanciano lungo il percorso. Si tratta quindi di una disciplina con molti contatti in pista e gli incidenti non sono rari, ma anche in caso di caduta un atleta può conquistare punti, ammesso che riesca a completare la gara. Sono invece previste penalità nel caso in cui un corridore rientri in pista non in sicurezza (rischiando di intralciare altri), ostacoli deliberatamente l’avanzamento di un avversario o lo spinga fuori pista. La formula olimpica prevede quarti di finale, semifinali, ripescaggi e finale.

Le semifinali prevedono due batterie da 8 atleti ciascuna, che si sfidano in serie da tre run. Al termine delle tre run, gli 8 ciclisti con il totale di punti più basso accedono alla finale. Se uno o più corridori hanno lo stesso punteggio al termine delle tre run, si guarderà il tempo per risolvere la parità. La finale si svolge in una singola run: il primo atleta a tagliare il traguardo vince la medaglia d’oro.

Forte di due argenti ai Mondiali e di tre titoli europei, la 22enne vodese ha superato solidamente le tre run delle semifinali, ma è stato nella finale che si è potuto apprezzare il suo enorme talento. La rossocrociata ha affrontato percorso e avversarie in modo perfetto, giungendo sul terzo gradino del podio.

Marco Arpino e Giulia Arpino