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Forum Italo-Svizzero: Berna e Roma piu’ vicine – di Giuseppe Rusconi, apparso sul Corriere del Ticino del 21.01.2013.

Il rischio c’era che il primo Forum italo-svizzero, svoltosi a Roma venerdì e sabato, alla fin fine non si riducesse che a una parata di esponenti istituzionali e della società civile dei due Paesi. Non è stato così: il Forum – interdisciplinare – è stato caratterizzato dalla curiosità reciproca e ha permesso di rendere l’altro meno sconosciuto. Perciò ci si rivedrà l’anno prossimo in Svizzera e nel 2015 nella Milano dell’Expo. Intanto già nei prossimi mesi dovrebbero concretizzarsi tante iniziative settoriali a livello economico e culturale, pur nella limitatezza dei mezzi a disposizione. C’è da ricordare inoltre che le attività del Forum si potranno sviluppare anche nell’ottica della doppia presidenza del 2014: la Svizzera guiderà l’OSCE, l’Italia – nel secondo semestre – l’Unione europea.

Il Forum ha già avuto importanti riscontri sulla stampa italiana di sabato: dal “Corriere della Sera” al “Sole 24 ore” non sono mancati gli approfondimenti sui rapporti italo-svizzeri (relativi soprattutto alle questioni fiscali sul tappeto). Non dimentichiamo che il Forum ha un presidente onorario, Carlo De Benedetti (Gruppo editoriale Repubblica-L’Espresso), che, impossibilitato a intervenire, ha inviato un messaggio nel quale ha ricordato di essere stato salvato due volte con la sua famiglia dalla Svizzera. La prima durante l’occupazione nazi-fascista dell’Italia, la seconda negli anni “di piombo” (il consiglio dell’espatrio glielo diede il generale Carlo Alberto dalla Chiesa): “Fiero delle sue radici italiane”, De Benedetti è divenuto nel 2009 anche cittadino svizzero, riconoscente per l’accoglienza avuta.

Nei tre gruppi di lavoro, cui hanno partecipato anche Filippo Lombardi e Laura Sadis, l’atmosfera è stata vivace. Tra chi si è occupato di banche e finanza, ha riferito Enrico Letta (vicesegretario del Pd), è emerso l’interesse generale che “si arrivi rapidamente a risolvere il problema del segreto bancario tra i due Paesi”. Con modalità, ha evidenziato, “che non abbiano il sapore dell’amnistia”. Per la prossima volta Letta ha suggerito di trattare anche il tema della sempre più ridotta “sovranità nazionale”.

Nel secondo gruppo (energia, trasporti, telecomunicazioni) si sono registrati, ha rilevato Remigio Ratti, scambi anche “duri” in tema di trasversale ferroviaria. Per taluni, da parte italiana, la Svizzera ha un atteggiamento da “prima della classe”, volendo imporre ai vicini le sue concezioni in materia di trasporti. Sarebbe bene però che almeno concludesse i lavori della trasversale fino a Chiasso, così che poi si possano curare gli allacciamenti in territorio italiano.

Chi ha discusso di “immagine” reciproca dei due Paesi, è stato generoso di proposte ben al di là del previsto, hanno osservato Lucio Caracciolo e Marco Solari. Citato ad esempio il ricco programma di interscambi culturali della sezione svizzera del Fondo per l’ambiente italiano (FAI), fondata recentemente a Lugano.