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La crisi è un fenomeno che incide in maniera particolarmente negativa sulla società, non solo in termini economici, ma come un ritorno ad un’arretratezza politica e sociale: i ceti dirigenti invecchiano e i giovani restano sempre più spesso privi di occupazione. Nel corso degli ultimi anni l’insoddisfazione si è trasformata via via in insofferenza. Sempre più giovani laureati hanno preso la via dell’estero, vivendo tale scelta proprio come protesta nei confronti di un paese che, dopo averli formati, non risulta in grado di valorizzare adeguatamente il loro capitale umano, culturale e professionale.
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Se noi sociologi abbiamo designato le persone nate tra il 1960 e il 1979 come la generazione X, oggi parliamo di una generazione Y, di una generazione millenaria o ancora della generazione Peter Pan. I nati tra il 1980 e il 2000 rappresentano il 15% della popolazione europea.

Pur fortemente colpita dalla crisi, questa generazione di eterni giovani resta positiva nei suoi atteggiamenti culturali e comportamentali. Secondo uno studio del Pew Reserch Center negli Stati Uniti, “I nuovi ingressi sul mercato del lavoro sono stati gli ultimi ad essere stati assunti ed i primi ad aver perso il loro lavoro”. In Inghilterra , il 37% degli under 30 hanno finito i loro studi e sono attualmente disoccupati.

Sul mercato del lavoro è piombato, infatti, un periodo di crisi le cui conseguenze sono a lungo termine. I giovani diplomati e laureati ne subiranno le conseguenze per i prossimi quindici anni secondo uno studio compiuto dall’Università di Yale. Si tratta di una generazione sacrificata?

No:  la generazione Y resterà positiva di fronte alla situazione. Sempre secondo il Pew Research Center,  il 41% della generazione Y si dice “sodisfatto” della propria situazione, contro “solo” il 30% nella generazione X. Una delle caratteristiche di questa nuova generazione malinconica ma positiva, sembrerebbe quella di prolungare l’adolescenza posticipando ulteriormente il momento del grande passo e delle conseguenti scelte… il sociologo dell’Università del Kent, Franck Durel dichiara: “La gente ha paura di sentirsi adulta. Non né traggono nessun vantaggio. Tutti i valori culturali della nostra società sono basati sulla gioventù. Più ci allontaniamo da lei, più ci sentiamo vecchi. La gente è persuasa che il loro comportamento immaturo è sinonimo di libertà e spensieratezza, ma è dettato dalla paura”.

La crisi c’è e Il momento storico è preoccupante e complicato. Molti ragazzi, soprattutto in Italia (causa la carenza di proposta di una classe politica obsoleta culturalmente, autoreferente, oligarchica e preda dei propri narcisistici  problemi umorali – giuridico- penali) , decidono di inseguire i propri sogni all’estero, sacrificando quanto di più caro devono lasciarsi alle spalle per la possibilità di un futuro migliore: i cervelli emigrano e l’innovazione e la ricerca scientifica diventano utopia. L’Italia così deve privarsi di molte eccellenze importanti per il suo futuro. Molti sono i fattori che hanno determinato un simile contesto ma i Peter Pan, nonostante le loro preoccupazioni, sono più responsabili delle precedenti generazioni? L’identità personale e collettiva di questa generazione è fortemente in bilico, si rischia in particolare di non comprendere quali siano i suoi reali bisogni e  di sottostimarne l’importanza poichè, nel caso si decida di agire, si corre il rischio di mancare il bersaglio con interventi poco efficaci e scarsamente incisivi, come quelli adottati negli ultimi 20 anni da TUTTI i governi.

Ci si proietta verso il futuro con una forte dipendenza dal passato e senza una “costruzione”  di una nuova società del presente.

Occorre riscoprire i valori di un’Italia pontile d’Europa nel Mediterraneo, tornare all’uomo rinascimentale leonardiano riscoprendo il “gusto” della scienza e della conoscenza prodotti dalle “nuove culture” di cui la generazione Y è portatrice: i politici quarantenni di oggi sono i sessantenni di vent’anni fa. Occorre, umilmente, tornare alla radici, leggere il territorio ed interpretarne le proposte e le richieste: il mondo delle imprese e delle professioni è molto europeizzato nelle sue attività e composto da molte unità della generazione Y.

Beni culturali ed archeologici, innovazione tecnologica e scientifica volta a tutelare l’ambiente e rivalorizzare il “Made in Italy” delle start up, delle PMI e delle microimprese artigiane dove si sta rifugiando la generazione Y.

Autarchia? No, innovare nella tradizione per essere europei nella diversità.

Confrontarsi e recuperare il proprio passato per costruire il proprio futuro: un maggiore dialogo sinergico tra la più antica e diversificata democrazia europea, la Svizzera, con il Paese che in 3000 anni è stato il bacino della civiltà mondiale, l’Italia.

E’ la sfida che il Circolo Svizzero di Roma sta lanciando con i suoi nuovi programmi a favore della generazione Y attraverso i nuovi strumenti quali “Helvetia Salus” e “Rome Swiss Network” e nuovi partners, quali la SUPSI e l’APIEUROMED.

Cittadini svizzero – italiani, con cultura e comportamenti euro mediterranei, VOGLIONO MANTENERE e far crescere IN PATRIA  i propri giovani Y.

Prof. Fabrizio Traversi
Presidente APIEUROMED