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Gli avvenimenti politico – istituzionali che il nostro Paese sta vivendo attestano e dimostrano l’incapacità gestionale e di governo di una componente politica ferma, culturalmente e comportalmente,  al blocco del 1948.
made in italy
L’entrata degli spagnoli in Telecom, la debolezza propositiva delle banche italiane, l’assenza di una proposta incisivamente riformista da parte di un governo zombi dimostrano ed attestato il momento anomico che la società italiana sta vivendo.
Un momento che ricorda, per alcuni versi, il periodo del secondo dopoguerra dello scorso secolo: rovine, macerie, crisi, disoccupazione giovanile al massimo, mancanza  di proposta e staticità di intervento delle forze politiche tradizionali con alcune novità, però, che percorrono la società civile e produttiva con 5796 domande di registrazione di brevetti depositate tra gennaio ed agosto di quest’anno, 37000 richieste di deposito di marchi nello stesso periodo, il tutto con un aumento del 2,5% in più del 2012.

E il Governo?

Ad un anno dalla nascita della forma societaria introdotta con il Decreto Sviluppo bis (articolo 29 del Dl 179/2012 convertito con la legge 221/2012 le agevolazioni fiscali per chi investe nelle “start up innovative” non sono ancora partite: l’iter è avviato, ma manca il decreto attuativo completo del via libera comunitario. Se tutto va bene, se ne parla a metà ottobre, per poter incamerare queste detrazioni e deduzioni nelle dichiarazioni sui redditi 2013, dal Decreto Lavoro del governo Letta fino all’anno di imposta 2016 (l’incentivo non si applica ad organismi e società di investimento che hanno almeno il 70% del portafoglio in start up innovative). Il Decreto Sviluppo bis prevedeva, infatti,  la necessità di un DM attuativo (Economia e Sviluppo Economico) da emanarsi entro lo scorso dicembre – atteso invano – e l’autorizzazione UE ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Secondo quanto si apprende, il DM sarebbe ora al vaglio di Bruxelles. Nel frattempo il Decreto Lavoro (comma 16 ter, articolo 9, Dl 76/2013 convertito con la legge 99/2013) ha esteso di un anno le agevolazioni 2013 – 2015, introducendo anche altre “Il Decreto Lavoro semplifica Srls e Start-up innovative” novità sulle start up innovative (articolo 9, comma 16), aprendole ai soci di capitale fin dalla costituzione e allentando i vincoli per le spese minime in ricerca e sviluppo e per le assunzioni qualificate.

Per cui le detrazioni IRPEF e le deduzioni IRAP concesse a persone fisiche e società che investono in Start-up innovative dal 2013 al 2016 si fanno attendere da quasi un anno.
+ brevetti + marchi e blocco incentivi = niente innovazione e R&S = meno competitività “Sistema Paese Italia”= NON PIU’ “MADE ITALY”… …nel frattempo si assiste alla fuga massiccia di piccole e medie imprese italiane in Svizzera.

Gli incentivi studiati per convincere le aziende italiane (specie lombarde) a trasferirsi oltre frontiera hanno superato le previsioni: tra aziende di servizi e manifatturiere, sono arrivate quasi 180 adesioni all’iniziativa Benvenuta impresa nella città di Chiasso. Centinaia di aziende si sono trasferite negli ultimi dieci anni in Canton Ticino per motivi di sopravvivenza. Meno lacci burocratici, una legislazione più stabile e variazioni dei tassi d’imposizione fiscale molto più limitate e prevedibili, permettono alle imprese di pianificare strategie di lungo periodo. Si trasferiscono in Svizzera anche start-up, che investono risorse in ricerca e innovazione tecnologica, perché costrette dal nostro fisco a pagare anche quando il bilancio è in passivo, con il rischio di non potersi sviluppare. La Svizzera ha investito trecento milioni di franchi con utilizzo a tre mesi, nella fase più acuta della crisi, per incentivare le start up del comparto tecnologico, puntando sull’innovazione.

Perché Il successo della strategia elvetica?

swiss made

Il Canton Ticino negozia agevolazioni fiscali, purché le aziende italiane non siano in concorrenza con quelle locali, assumano anche cittadini elvetici e valorizzino aree depresse, pronte ad accogliere nuovi insediamenti produttivi. I risultati di questa strategia si vedono: secondo Confindustria Lombardia, si sono bruciati duemila posti di lavoro nella regione in un anno e mezzo e altrettanti ne sono stati creati nello stesso periodo proprio nel cantone elvetico.
La chiave di lettura per comprendere le difficoltà in cui versa l’economia italiana è il sommerso.

«L’evasione fiscale – sottolinea il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla Bocconi in occasione del convegno su “Luigi Spaventa. La sua vita, le sue passioni, le sue lezioni” – è un’anomalia che, ancora oggi,  continua e contribuisce a spiegare, con i ritardi nell’aggiustamento dell’industria ai grandi cambiamenti globali, politici e tecnologici, degli ultimi decenni e quelli nell’efficienza dei servizi pubblici, le gravi difficoltà nelle quali oggi versa la nostra economia». «La crescita del debito pubblico – ricorda – fu il risultato dell’incapacità di rimuovere i gravi e crescenti squilibri fiscali determinatisi negli anni settanta e ottanta».

“L’Italia, afferma Draghi citando Spaventa nel recente convegno alla Bocconi «è il paese che più di ogni altro ha tratto beneficio dall’euro». L’ex ministro del Bilancio ed ex presidente della Consob, ricorda «non ha mai perso l’occasione per criticare le sirene che ripetutamente chiedono un’uscita dall’euro».

Il recente incontro tra il Circolo Svizzero di Roma con la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana – SUPSI per creare nuovi strumenti ed occasioni utili a sinergizzare esperienze, abilità, competenze e culture potrà, forse, fornire nuovi ed ulteriori spunti di riflessione e di analisi su sé stesso ad un “Sistema Paese Italia” che, come affermano Draghi e Visco, è ancorato a schemi e metodi obsoleti e arcaici in un mercato unico interno, globale  ed in evoluzione continua volta al cambiamento, come quello europeo.

prof. Fabrizio Traversi
Presidente Nazionale pro tempore APIEUROMED
Associazione Piccola e Media Impresa Euromediterranea