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patata_blu    Nell’ultima raclette di gennaio organizzata dal Circolo Svizzero di Roma (circolo molto attivo il cui Presidente, Fabio Trebbi, grazie alla preziosa collaborazione di alcuni soci, ci vizia con gourmandise di ogni tipo) abbiamo avuto la sorpresa di trovare come accompagnamento al formaggio delle patate di un bel color blu- violaceo.

Immediatamente sono andata a curiosare per conoscere meglio questo tubero così raro nella nostra cucina.

La patata arrivò in Europa dal Sud America in più riprese: intorno al 1570 sbarcò in Spagna e da lì si diffuse nel continente e, verso il 1790, giunse in Inghilterra da dove raggiunse l’Irlanda. In Italia giunse a Genova nel 1585 e da lì arrivò, grazie ai Valdesi, in Svizzera. Inizialmente fu considerata solo una curiosità botanica, poi fu destinata al consumo animale e, infine, a quello umano fino a divenire un alimento fondamentale nella dieta delle popolazioni del Nord Europa.

La patata blu è originaria del Perù ed è un tubero coltivato da tempi immemorabili, è detta “varietà primordiale e semiselvatica”, il colore decisamente violaceo caratterizza sia la polpa che la buccia. In Europa esistono alcune varietà di patata blu: la vitelotte francese, le Blu Svedesi, la “patata di San Gallo” (le Blu di San Gallo) o “la patata che sa di castagna” svizzere, coltivate nel Canton Grigioni e una varietà coltivata in Italia, in una zona del Trentino. Queste patate non vanno confuse con la “patata violetta” o “nera” dove il pigmento è solo sulla buccia e la polpa è gialla.

Fino a poco tempo fa era molto raro trovarle sul mercato, oggi sono più diffuse grazie anche al lavoro di un ingegnere agronomo svizzero che, alcuni fa, iniziò la coltivazione di questo tubero per pura curiosità e che dopo quattro anni di tentativi ottenne un tubero che non cambiava colore durante la frittura!

In Svizzera, la Fondazione ProSpecieRara custodisce queste varietà di patate rare ma, poiché, la patata è una pianta soggetta a virus, per questo tubero non si pratica la conservazione tramite privati, come avviene in genere per altre piante, ma, la si produce con coltivazione professionale, in condizioni controllate, per produrre ogni anno i tuberi adatti alla produzione dei semi. A fine inverno, vengono messe, a esclusiva disposizione dei sostenitori di  ProSpecieRara , una scelta di varietà di cui si possono ricevere i tuberi da piantare e alcuni tuberi possono essere trovati nei mercatini che ProSpecieRara organizza.

Il colore di queste patate lascia subito intuire che sono ricche di antociani, che fanno bene alla salute, ma, confesso, che quello che mi ha attratto è stata la possibilità di giocare un po’ con questo colore intenso. Queste patate posso essere lavorate come le altre e quindi possono essere utilizzate in ogni tipo di preparazione – un delizioso rösti, ad esempio- , possono anche essere mischiate con le patate normali e daranno, comunque, il loro apporto “cromatico”. La ricetta che vi propongo oggi è, quindi, soprattutto, bellissima: “zuppa di patate blu con viole del pensiero”. Il sito é di alcuni esercizi commerciali della Val Pusteria e della Val Badia zone dove la coltivazione delle patate è fiorente.

Il piatto è talmente bello che vale un’apparecchiatura della tavola coordinata!

MdP