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Primi sentori di primavera e gli insetti già si risvegliano, anche le api partono a caccia di nettare ma le api sono, come dire, un sorvegliato speciale e allora spendiamo un momento del nostro tempo per conoscerle di più, soprattutto per ricordare il rapporto che ci lega all’insetto operoso per eccellenza:  da che mondo è mondo (si può ben dire!), le api ci permettono di nutrirci perché l’80% delle impollinazioni è dovuto al loro lavoro.
miele
La Svizzera è tra i più grandi consumatori di miele pro capite annuo, la produzione interna, però, copre solo una parte del consumo nazionale, pur essendo l’apicoltura molto sviluppata – ha una densità di colonie per chilometro quadrato tra le più alte al mondo! – e, come ovunque, anche in Svizzera negli scorsi anni si è assistito allo spopolamento delle arnie a causa delle massicce morìe di questo insetto, per questo motivo l’Amministrazione ha un occhio attento per questo settore economico e si occupa della Sindrome dello Spopolamento degli Alveari.

La Sindrome dello Spopolamento degli Alveari  (SSA) è un fenomeno ancora poco conosciuto ma, a causa del quale, intere colonie muoiono senza motivo apparente. Il fenomeno è stato registrato per la prima volta negli USA verso la fine degli anni ’90, poi la morìa si è registrata anche in Europa. Malgrado siano passati anni dall’inizio di questo fenomeno, ancora non si sa quali siano le cause della morte improvvisa di interi alveari, ovviamente si sono fatte molte ipotesi: malnutrizione (le monoculture impediscono alle api di nutrirsi adeguatamente), agenti patogeni (virus e acari, il particolare il varroa), insetticidi (uccidono anche le api oltre che gli insetti “dannosi”) ma, appunto, le vere cause non sono state individuate.

Fino a duecento anni fa l’unica specie presente in Svizzera, fin dai tempi dell’ultima glaciazione, era l’ape nera svizzera (Apis mellifera mellifera), poi, nell’800, sono state introdotte popolazioni di api di specie diversa ed è iniziato il declino dell’ape nera.  Malgrado l’introduzione di queste varietà si sia rivelata un fallimento e sia stata, quindi, abbandonata, oggi abbiamo ancora una forte presenza di api provenienti dal Nord e dall’Est Europa.

L’ape nera è un animale che si è perfettamente acclimatato nelle zone alpine e pedemontane, è un’ape che vola anche nei periodi più freschi a ridosso dell’inverno e sopporta bene le basse temperature, vista la grande quantità di fiori che riesce ad impollinare grazie alle sue abitudini, il miele di questa ape ha un gusto ricco di sfumature, dal sapore intenso ed equilibrato. Tradizionalmente viene smielato in primavera ed in estate, non oltre il mese di luglio per lasciare alle api la possibilità di fare scorte invernali per l’alveare.

Negli ultimi  tempi gli apicoltori svizzeri stanno riscoprendo questa razza antica e resistente e, insieme a Pro Specie Rara, cercano di mantenerne la purezza della specie; si sono, cosi, riuniti nell’associazione ape nera e, alcuni, fanno parte del Presidio di Slow Food.

Slow Food è un’associazione che nasce in Italia ma opera in tutto il mondo per aiutare i contadini a mantenere e proteggere le specie tipiche ed autoctone di piante e animali dei loro paesi; per poter ottenere il contrassegno di “Presidio Slow Food” è necessario attenersi ad un disciplinare di produzione e riunirsi in associazione o simili. L’obiettivo del Presidio a tutela dell’ape nera in Svizzera è salvaguardare la razza, creando delle zone protette dove le api possano riprodursi in purezza, come è già stato fatto nel Canton Glarona.

Gli apicoltori non sono gli unici a voler proteggere le api, anche l’associazione FreetheBees si batte per la loro sopravvivenza ma con metodi opposti rispetto agli allevatori di api da reddito: l’associazione vuole non solo che non si uccidano o catturino gli sciami selvatici (come avviene oggi per paura che possano diffondere malattie) ma che si lascino inselvatichire delle colonie di api da allevamento sperando che, grazie alla selezione naturale, si sviluppino api più resistenti all’acaro varroa che, al momento, fa strage di questi insetti e propone un’apicoltura più vicina alla natura.

Noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire alla battaglia per salvare questo animale mettendo in pratica alcuni accorgimenti: non usiamo pesticidi, usiamo solo antiparassitari naturali; utilizziamo prodotti e alimenti provenienti da agricoltura biologica o comunque a basso impatto ambientale; lasciamo i fiori selvatici nei nostri giardini perché sono la principale fonte di nettare per le api; coltiviamo dei fiori su terrazzi e balconi; evitiamo di potare le parti secche delle piante in autunno perché offrono rifugio alle api selvatiche, le poteremo in primavera quando sarà passato il freddo.

In ultimo, ma non meno importante, per il suggerimento culinario di oggi, torniamo a far visita al sito del Padiglione Svizzero all’Expò 2015, dove troviamo una ricetta che è un invito all’estate: zuppa di melone, ciliegie, miele e rosette di tête de moine DOP.

MdP