Condividi su:

L’iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”, secondo le informazioni date dal suo comitato organizzatore, ha raccolto il numero di firme necessarie per poter essere depositata.

Il testo, che ha raccolto 140.000 sottoscrizioni contro le 100.000 che sono richieste per legge, sarà depositato alla Cancelleria federale il 25 maggio, con qualche giorno di anticipo sulla data di scadenza prevista.

L’iniziativa vuole vietare l’utilizzo di pesticidi di sintesi nell’agricoltura, nella trasformazione e nella cura del paesaggio e vuole anche vietare la vendita, in Svizzera, di quegli alimenti che contengono o nella cui produzione vengono usati fitofarmaci, come avviene in molti Paesi. La proposta prevede che la Costituzione federale venga modificata come segue: “Art. 74 cpv. 2bis. L’utilizzazione di pesticidi sintetici nella produzione agricola, nella trasformazione dei prodotti agricoli e nella cura del suole e del paesaggio è vietata. L’importazione a fini commerciali di derrate alimentari contenenti pesticidi sintetici o per la cui produzione sono stati utilizzati tali pesticidi è vietata”.

Il comitato d’iniziativa è composto da cittadini neocastellani che non provengono dalla politica ma hanno storie e profili molti diversi gli uni dagli altri: un viticoltore, degli imprenditori, un professore di biologia del suolo dell’Università di Neuchâtel, direttori di azienda.
Un movimento apolitico di cittadini che chiedono di potersi nutrire e di consumare senza subire conseguenze negative per la salute. “Le capacità e le nostre tecniche attuali ci permettono di concretizzare da subito questa iniziativa” che prevede comunque un “periodo di transizione di dieci anni a partire dalla sua accettazione per poter rispondere in modo ottimale ai vari bisogni di tutti gli attori”.

Secondo quanto affermato dal comitato, impedendo l’uso dei pesticidi sul territorio svizzero, si possono creare le condizioni quadro necessarie per avere un’agricoltura sostenibile e rispettosa della salute pubblica e si può riorientare l’economia centrandola finalmente sugli esseri umani e sull’ambiente.

 

Photo: Pixabay.com