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Il Kunstmuseum Bern ha inaugurato lo scorso 4 maggio la prima grande retrospettiva della pittrice svizzera Martha Stettler.

Martha Stettler nacque a Berna, in una famiglia borghese, il 25 settembre 1870. Suo padre, l’architetto appassionato d’arte Eugen Stettler, riconobbe il suo talento e la sostenne nella sua formazione e nella vita; nel 1886 cominciò a frequentare la Scuola di belle arti di Berna e nel 1893 si trasferì a Parigi dove continuò la sua formazione e dove nel 1904, assieme alla sua compagna, la pittrice Alice Dannenberg, fondò la celebre Acadèmie de la Grande Chaumière – attiva ancora oggi – della quale divenne apprezzata direttrice e che gestì per molti anni.

Si impose con successo sulla scena artistica contemporanea grazie alla sua opera di stile impressionista. Tra il 1900 ed il 1920 realizzò le grandi composizioni ad olio che fecero la sua notorietà, che furono esposte anche oltre-oceano e le valsero dei premi; la sua opera più tarda, che prende vita a partire dalla metà degli anni ’20, comprende soprattutto dei quadri con scene private di piccolo formato.

Nel 1920 fu la prima donna ad esporre le sue opere alla Biennale di Venezia e si batté instancabilmente per la promozione delle donne artiste, che all’epoca avevano minori possibilità di formazione e di visibilità rispetto ai colleghi uomini, impegnandosi anche a trovare, a Parigi ed in Svizzera, dei luoghi dove le artiste potessero esporre le loro opere.

La mostra “Martha Stettler. Un’impressionista tra Berna e Parigi” si concluderà il 29 luglio 2018. I quadri realizzati a Parigi costituiscono il cuore di questa mostra; “la sezione introduttiva dell’esposizione è dedicata alle origini bernesi ed alla formazione parigina (…) e nasconde un gabinetto consacrato al suo ambiente artistico e personale. Le opere esposte provengono, essenzialmente, dai fondi dell’eredità dell’artista, dalle collezioni del Kunstmuseum Bern e da collezioni private svizzere. Inoltre alcune opere maggiori provenienti dall’estero hanno potuto essere riunite per la prima volta una stessa esposizione”.