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Il nuovo numero di TANGRAM, uscito l’11 giugno, è dedicato alla relazione tra “sport e razzismo” ed a come lo sport affronta e risponde al problema. Un argomento sensibile che pone domande spesso considerate un tabù negli ambienti sportivi come, ad esempio, quanto lo sport è toccato dal razzismo e come sono le risposte che vengono date al problema, se sono innovative o retrive.

La Commissione federale contro il razzismo (CFR) ha indagato, per avere una risposta, nel mondo del calcio, della pallacanestro, del ciclismo, dell’hockey e della capoeira, arte marziale di origine afro-brasiliana.

Questa pubblicazione edita dalla CFR presenta i risultati di ricerche recenti e le considerazioni di storici, sociologi e giornalisti su questo argomento, raccoglie anche le testimonianza e le analisi di sportivi, allenatori e rappresentanti delle federazioni sportive illustrando anche alcuni esempi di prevenzione del fenomeno.

Tra le testimonianze e le opinioni, troviamo le riflessioni di Laurent Favre, giornalista sportivo, secondo cui i media rimangono passivi o cercano di smussare certi discorsi, il razzismo viene quindi tabuizzato, anche se giornali e televisione potrebbero avere un ruolo trainante nel processo di cambiamento della mentalità mentre, invece, esiste una sorta di accettazione sociale per cui gli autori di questi atti raramente vengono puniti. Il sociologo Jérôme Berthoud si chiede invece se esistano un razzismo istituzionale e stereotipi razzisti che svantaggiano le minoranze etniche nello sport, comunque tutti concordano sul fatto che lo sport può costituire un mezzo appropriato per prevenire il razzismo e che gli atti razzisti nello sport devono essere puniti severamente.

Ogni numero di TANGRAM contiene un dossier dedicato ad un tema centrale raggruppando più articoli specifici che servono a trattare il tema da diverse prospettive, contribuendo così, alla discussione ed alla formazione delle opinioni nel contesto più ampio del razzismo e della lotta ad esso.

“Realizzando questo numero di TANGRAM, la CFR ha constatato che il razzismo nello sport non è necessariamente riconosciuto ovunque come un problema. (…) Alcuni attori considerano sufficienti i provvedimenti presi, altri invece deplorano un certo immobilismo. Pur riconoscendo che sono stati compiuti passi nella giusta direzione, la CFR ritiene che in tutte le discipline sportive ed a tutti i livelli sia necessaria una valutazione onesta e senza compiacimento alcuno della situazione per prevenire la banalizzazione e la persistenza dei pregiudizi. Una prevenzione efficace ed una volontà di agire comune costituiscono la migliore risposta a comportamenti razzisti nel mondo dello sport, ma anche al di fuori.

La CFR si augura che il nuovo numero di TANGRAM susciti un dibattito sul tema della discriminazione nello sport e che stimoli gli ambienti accademici a proseguire queste riflessioni in studi mirati”.

Photo: Pixabay.com