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In base alle nuove conoscenze scientifiche del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, nella sua seduta del 28 agosto 2019, il Consiglio federale ha deciso di inasprire l’obiettivo quadro dell’Accordo di Parigi sul clima in cui la Confederazione si è impegnata a dimezzare entro il 2030 le sue emissioni di gas serra rispetto al livello del 1990.

Nel 2018, l’IPCC ha mostrato che profondi mutamenti degli ecosistemi potrebbero insorgere già con un aumento della temperatura di 1,5 gradi e che è quindi necessario raggiungere un bilancio netto delle emissioni pari a zero molto prima del termine fissato. Il Consiglio federale ha incaricato l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) di riesaminare gli obiettivi climatici a lungo termine e di sviluppare le possibilità di intervento. Il 26 giugno 2019 il Consiglio federale ha infine stabilito di voler aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni del nostro Paese fino al 2050.

Il 28 agosto 2019 il Consiglio federale ha precisato tale obiettivo di riduzione e deciso che, entro il 2050, la Svizzera non dovrà emettere più gas serra di quanto i pozzi di CO2 naturali e tecnici siano in grado di assorbire ciò significa un saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050, questo approccio consente di limitare al massimo a 1,5 gradi il riscaldamento globale. La Svizzera è particolarmente colpita dei cambiamenti climatici poiché le temperature sul suo territorio aumentano in misura doppia rispetto alla media mondiale.

L’annuncio dell’obiettivo non implica nessun impegno immediato a livello internazionale per la Svizzera. Le future revisioni della legge sul CO2 consentiranno di attuare tale obiettivo.
Il nuovo obiettivo per il 2050 sarà presentato al Segretariato delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico al più tardi nel febbraio 2020.

Tutti i Paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi devono trasmettere entro fine 2020 al Segretariato delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, i rispettivi obiettivi climatici a lungo termine. In Svizzera, le emissioni di CO2 provenienti dal traffico, dagli edifici e dall’industria possono essere ridotte fino al 95 per cento entro il 2050 utilizzando le tecnologie attuali e le energie rinnovabili. Anche i gas serra, ad esempio il metano e il protossido di azoto generati dall’agricoltura, presentano un potenziale di riduzione, inoltre, la riduzione delle emissioni all’estero è parte integrante della strategia.

Per compensare le emissioni rimanenti in futuro, oltre ai pozzi naturali di CO2 come boschi e suoli, saranno utilizzate anche tecnologie in grado di sottrarre gas serra dall’atmosfera e immagazzinarli in misura duratura.

L’UFAM elabora la Strategia climatica 2050 in collaborazione con altri uffici federali. Il Consiglio federale si occuperà di detta strategia fino a dicembre 2020. Fonte: admin.ch

Photo: Pixabay.com