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Uno studio condotto dagli Uffici federali della sanità pubblica (UFSP), dello sport (UFSPO) e delle strade (USTRA) mostra quanto sia cambiata la mobilità tra i giovani ed i giovanissimi in Svizzera rispetto a venti anni fa.

Negli ultimi 20 anni i modelli di mobilità di bambini e adolescenti, importante indicatore della qualità di vita e dei comportamenti futuri in materia di trasporti, hanno subito trasformazioni talvolta profonde. Il rapporto in materia ne descrive gli sviluppi, le correlazioni e, per quanto possibile, le cause.

La ricerca si basa sui dati dei microcensimenti mobilità e trasporti (MCMT) realizzati nel 1994, 2000, 2005, 2010 e 2015 da Ufficio federale di statistica e Ufficio federale dello sviluppo territoriale. L’analisi comprende sia i presupposti della mobilità, ad esempio la disponibilità di biciclette o di abbonamenti ai mezzi pubblici e il numero di automobili per famiglia, sia le distanze percorse e l’utilizzo dei vari mezzi di trasporto, suddivisi in base a scopo dello spostamento, tipologia (scuola/formazione o tempo libero), età, sesso, area geografica e altri criteri.
Alla luce di questo studio si può dire che le abitudini di spostamento di bambini e adolescenti sono cambiate con una maggiore propensione verso il trasporto pubblico e la pedonalità; nella fascia di età 16-20 si è registrato anche un significativo aumento delle distanze percorse, con una netta riduzione dell’utilizzo della bicicletta a favore del trasporto pubblico e della pedonalità.
Il calo dell’utilizzo della bicicletta, è avvenuto in particolare fra gli adolescenti dai 13 ai 15 anni, mentre appare in leggera crescita invece l’uso di minimonopattini, kickboard e altre tipologie di micromobilità.

Gli schemi in termini di mobilità scolastica variano notevolmente da una regione linguistica all’altra: nella Svizzera tedesca scolari e studenti si spostano prevalentemente a piedi, in bici o con mezzi pubblici, mentre nelle regioni di lingua francese e italiana la quota di velocipedi è notevolmente inferiore. La scelta di utilizzare la bici dipende essenzialmente da disponibilità e tipologia di cicloparcheggi; in Romandia e Ticino questi spazi, infatti, sono meno diffusi che nella Svizzera tedesca, dotata peraltro di infrastrutture migliori.

Il fenomeno dei cosiddetti «genitori-taxi» è meno frequente di quanto si immagini, avviene solo in casi isolati ed anche in questo caso si nota una differenza tra le varie regioni linguistiche. L’abitudine di accompagnare e riprendere i bambini a scuola è più diffusa nei Cantoni francofoni e italofoni rispetto a quelli di lingua tedesca, nei Comuni ad alto reddito e nelle famiglie con più di un’auto a disposizione. Le differenze nelle distanze da percorrere e nei sistemi scolastici possono spiegare in parte questa eterogeneità.

Il maggiore ricorso ai mezzi pubblici rispecchia la crescente centralizzazione delle strutture scolastiche, circostanza che allunga i tragitti escludendo la possibilità di muoversi unicamente a piedi o in bici. Una tendenza, questa, rafforzata da orari dei mezzi pubblici adattati a quelli delle lezioni o da appositi scuolabus.

Rispetto al passato, oggi sono più numerosi bambini ed adolescenti in possesso di un abbonamento ai mezzi pubblici mentre si è ridotta la quota di giovani tra i 18 ed i 22 anni che non possiedono la patente di guida e che rimandano il conseguimento dell’abilitazione; di conseguenza motorini, moto e auto sono meno utilizzati. Fonte: admin.ch

Photo: Pixabay.com