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In un contesto mondiale segnato dalla pandemia, i discorsi d’odio e l’intolleranza sono in aumento. Anche in Svizzera. La caccia ai capri espiatori colpevoli di tutti i mali prolifera in maniera esponenziale attraverso fake news e teorie del complotto.

È un fenomeno storico ricorrente: in ogni contesto caratterizzato dall’incertezza, come lo scoppio di una pandemia, prendono piede rapidamente la stigmatizzazione, la discriminazione e la caccia ai capri espiatori. La crisi causata dal coronavirus non fa eccezione ed è accompagnata da un’ondata d’odio, pregiudizi razzisti e discorsi d’esclusione alimentata dalle dicerie e dalla disinformazione. I social media e Internet ne traboccano, con la conseguenza di rendere fragile la democrazia e minare la coesione sociale. La pandemia ha anche contribuito a dare spazio a numerose teorie cospirazioniste, decisamente inquietanti. È il caso delle teorie del complotto d’ispirazione antisemita. Il forte aumento dei commenti fondati su queste teorie rilevato quest’anno dai rapporti sull’antisemitismo è dovuto soprattutto alla crisi del coronavirus. Un riscontro che mostra chiaramente che in Svizzera come altrove l’antisemitismo è latente e basta una crisi per risvegliarlo. La Commissione federale contro il razzismo (CFR) è preoccupata da queste manifestazioni di ostilità e d’intolleranza che fanno sempre più proseliti tra la popolazione e negli ambienti politici e costituiscono un terreno fertile per gli eccessi e il non rispetto delle persone. Si oppone pertanto con forza ad ogni discorso d’odio, quali che ne siano i motivi e i bersagli. La prevenzione del razzismo e della discriminazione razziale non può prescindere dalla comprensione dei meccanismi che favoriscono gli atti razzisti e discriminatori.

Ogni anno, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, ha luogo in diversi Cantoni, la Settimana contro il razzismo, che è costellata tradizionalmente di manifestazioni di varia natura che ricordano l’importanza della lotta e della prevenzione del razzismo e della discriminazione razziale. Considerata l’attuale situazione sanitaria, alcuni Cantoni e Comuni hanno deciso di annullare o rinviare le manifestazioni previste, altri invece, hanno scelto di celebrare la Settimana contro il razzismo in una forma compatibile con la pandemia.

fonte: DFI
photo: pixabay