Condividi su:

In Svizzera la Commissione federale contro il razzismo (CFR) rammenta che la lotta al razzismo ci riguarda tutti e che per combatterlo è necessaria la conoscenza delle manifestazioni del fenomeno.

In Svizzera si è avviato un importante dibattito pubblico sul nostro rapporto con il razzismo e sulla maniera di combattere il fenomeno. Il passato coloniale della Svizzera, la presenza di simboli di dominazione negli spazi pubblici e l’esistenza delle disparità strutturali sono solo alcuni dei temi oggetto di discussione. Tutte queste domande legittime non devono servire a riscrivere la storia, bensì a permetterci di dibattere serenamente dell’argomento e prevenire il razzismo di oggi.

La maggiore consapevolezza dei problemi di discriminazione da parte della società, dei media e della politica è una buona notizia. Tuttavia non è immune da tensioni. L’antirazzismo solleva numerosi interrogativi sul modo di affrontare la lotta al razzismo, sulle questioni in gioco e sulle sfide da affrontare.

Secondo la CFR la lotta al razzismo non deve cavalcare le tendenze del momento. Non deve diventare un campo di polemiche esacerbate né una disputa tra presunti «anziani e moderni». Deve essere guidata da un lavoro di fondo che non sia fazioso. È un compito molto importante, in quanto il problema del razzismo è lontano dall’essere risolto, malgrado gli sforzi compiuti a vari livelli. Come evidenziato dall’ultima indagine sulla convivenza in Svizzera pubblicata dall’Ufficio federale di statistica, il 58 per cento della popolazione considera il razzismo un problema sociale importante. Quasi un terzo delle persone interpellate si è dichiarato vittima di violenza o discriminazioni, soprattutto sul lavoro e negli spazi pubblici anche a causa della propria nazionalità e della lingua o dell’accento.

Questi dati rivelano che in Svizzera il razzismo si manifesta in maniera concreta, quotidiana e significativa e devono essere considerati con la massima attenzione nel rispetto di chi ne è vittima. La lotta al razzismo deve essere il frutto di un impegno collettivo, ponderato e consapevole. Deve innanzitutto basarsi su una profonda conoscenza dei meccanismi che favoriscono gli atti discriminatori e proporre risposte efficaci e aggregatrici.

fonte: Commissioni del DFI
foto: pixabay