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Le elettrici e gli elettori svizzeri saranno chiamati 15 maggio 2022 alla votazione per la modifica della legge sul cinema.

Le emittenti televisive sono obbligate ad investire il 4% della loro cifra di affari nella creazione cinematografica nazionale. Forniscono in tal modo un importante contributo alla produzione nazionale di film. Sempre più spesso tuttavia i film e le serie sono fruibili, a richiesta, anche si internet (streaming).

Finora in Svizzera, per i servizi di streaming, attivi perlopiù a livello mondiale, non vige nessun obbligo di investimento. La modifica della legge sul cinema prevede di estendere anche ai servizi di streaming l’obbligo di investire il 4% della cifra di affari realizzata in Svizzera nella creazione cinematografica nazionale. Essi potranno partecipare direttamente alla produzione di film e serie svizzeri oppure versare una tassa sostitutiva a favore della promozione del cinema svizzero. Inoltre dovranno riservare il 30% del loro catalogo a film e serie prodotti in Europa. Contro questa modifica di legge è stato chiesto il referendum.

La domanda che figura sulla scheda: Volete accettare la modifica del 1 ottobre 2021 della legge federale sulla produzione e cultura cinematografica (Legge sul cinema LCiin)?

Il Consiglio federale ed il Parlamento raccomandano di votare: SI
Per il Consiglio federale e il parlamento la modifica della legge colma una lacuna venutasi a creare con la trasformazione digitale. Elimina le disparità di trattamento tra emittenti televisive e servizi di streaming.

Il Comitato referendario raccomanda di votare: NO
Il Comitato ritiene ingiusto obbligare i servizi di streaming a proporre i 30% di film europei. L’apprezzata offerta di film provenienti da tutto il mondo rimarrebbe infatti tagliata fuori. Il Comitato, inoltre è convinto che l’obbligo di investimento imposto ai servizi di streaming provocherà un aumento delle tariffe di abbonamento.

Inoltre nelle spiegazioni di voto sulla modifica della legge sul cinema, una cartina riassuntiva ha suscitato degli interrogativi. La Cancelleria federale ha perciò ritenuto opportuno pubblicare delle precisazioni, elaborando queste precisazioni è stato scoperto un errore.
Le precisazioni illustrano in base a quali criteri la cartina a pagina 13 riporta i Paesi «che hanno introdotto un obbligo d’investimento o una tassa per i servizi di streaming». Nell’elaborazione delle precisazioni è stato inoltre scoperto che sulla cartina la Slovacchia appare in bianco, nonostante preveda una tassa per i servizi di streaming.

fonte: Cancelleria federale
foto: pixabay