Grazie alla riforma dell’imposta preventiva, la Confederazione rafforza l’attrattiva della sua piazza economica e mantiene intatta la sua competitività. Riportando in Svizzera le attività di finanziamento, la riforma permette di creare posti di lavoro e opportunità formative, come pure di generare entrate fiscali. Per questi motivi il Consiglio federale, raccomanda di accettare la modifica della legge federale sull’imposta preventiva. Il 25 settembre 2022.
Attualmente la Confederazione riscuote un’imposta preventiva del 35 per cento sui redditi di interessi derivanti da obbligazioni. Per non inibire la piazza economica della Svizzera, diverse imprese svizzere emettono le proprie obbligazioni all’estero. Questo comporta una perdita in termini di posti di lavoro e di entrate fiscali. D’altra parte la Confederazione, i Cantoni e i Comuni nonché diverse imprese di diritto pubblico, come gli ospedali, emettono i propri prestiti obbligazionari sul territorio nazionale e devono quindi sostenere costi di finanziamento più elevati.
La riforma prevede di esonerare dall’imposta preventiva le obbligazioni svizzere emesse dopo il 1° gennaio 2023, mentre gli interessi maturati sulle obbligazioni esistenti continueranno a essere assoggettati all’imposta. Un altro obiettivo della riforma riguarda l’abolizione della tassa di negoziazione riscossa sulle obbligazioni svizzere. Ciò rende più interessante l’acquisto di tali obbligazioni tramite negoziatori di titoli domiciliati in Svizzera. Contro questo progetto è stato lanciato un referendum. Secondo il comitato referendario, la riforma comporterà perdite fiscali ingenti e un aumento della criminalità fiscale.
La riforma incentiva le imprese svizzere ad acquisire nuovamente maggiori fondi sul territorio nazionale. In tal modo non solo risulta rafforzato il mercato obbligazionario, ma vengono anche creati posti di lavoro e vengono sfruttate le competenze nel settore finanziario per mantenere intatte la competitività e l’attrattiva della Svizzera.
La riforma consente essenzialmente di preservare la funzione di garanzia dell’imposta preventiva. Per quanto riguarda le persone fisiche domiciliate in Svizzera, gli interessi da averi di clienti continuano a essere assoggettati all’imposta preventiva. Per le persone giuridiche e gli investitori esteri, l’obbligo di tenere la contabilità o lo scambio automatico di informazioni assicurano che i redditi da interessi siano tassati in modo corretto.
Con la riforma l’imposta preventiva è abolita solo nei casi in cui risulta essere più dannosa che vantaggiosa. La riforma incide soltanto su una piccola parte delle entrate da essa derivanti.
Conseguenze finanziarie
Il Consiglio federale ritiene che molte imprese ricominceranno a procurarsi capitale in Svizzera non appena le misure entreranno in vigore. Gli impulsi generati dalla riforma favoriranno la creazione di valore e di posti di lavoro. Per i Cantoni e i Comuni la riforma dovrebbe generare maggiori entrate.
La diminuzione delle entrate graverà quasi esclusivamente le finanze della Confederazione. Negli anni successivi le minori entrate generate da questa imposta aumenteranno, poiché ci saranno sempre più obbligazioni in scadenza che verranno sostituite da obbligazioni esenti da imposta.
fonte: Dipartimento federale delle finanze