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L’imposizione minima dell’ OCSE/G20 viene introdotta come era stato previsto. Durante la seduta del 22 dicembre 2023 il Consiglio federale ha infatti deciso di riscuotere l’imposta integrativa a livello nazionale a partire dal 1° gennaio 2024. Si evita così che la base imponibile defluisca verso altri Paesi. Il Consiglio federale deciderà in un secondo tempo in merito all’introduzione di altri elementi del quadro normativo dell’OCSE/G20.

Il 18 giugno 2023 un’ampia maggioranza di Popolo e Cantoni ha approvato il decreto federale concernente un’imposizione speciale dei grandi gruppi di imprese.

Il decreto federale conferisce al Consiglio federale la facoltà di attuare l’imposizione minima dell’OCSE/G20 (la cosiddetta global minimum tax, la tassa minima sulle multinazionali) mediante un’ordinanza temporanea. Entro sei anni dall’entrata in vigore dell’ordinanza sull’imposizione minima (OImM) il Consiglio federale dovrà presentare al Parlamento un testo di legge che la sostituisca.

L’imposizione minima viene attuata sotto forma di un’imposta integrativa nazionale con cui la Svizzera può garantire a livello interno un’imposizione minima del 15 per cento dei grandi gruppi di imprese attivi a livello internazionale che conseguono una cifra d’affari annua superiore a 750 milioni di euro. Ciò permette di evitare il deflusso della base imponibile dalla Svizzera verso altri Paesi.

La disposizione transitoria nella Costituzione federale contiene prescrizioni fondamentali per l’ordinanza. Nel quadro di tali prescrizioni, per attuare l’imposizione minima in Svizzera il Consiglio federale si è orientato ai seguenti criteri:

– Compatibilità a livello internazionale: il quadro normativo svizzero deve essere accettato a livello internazionale per poter garantire alle imprese con sede in Svizzera la massima certezza del diritto possibile.
– Tutela degli interessi economici della Svizzera: i margini di azione ed i diritti di scelta esplicitamente ammessi o previsti dal quadro normativo dell’OCSE/G20 devono essere utilizzati nell’interesse della piazza economica svizzera.
– Meno ostacoli amministrativi: l’onere amministrativo delle imprese e delle amministrazioni fiscali cantonali deve essere mantenuto in più basso possibile.

In linea di massima, l’imposta integrativa nazionale così come proposta nell’ambito della procedura di consultazione ha riscosso un ampio consenso.

Dal momento che la maggior parte degli Stati dell’UE, in particolare, ma anche altri Paesi occidentali e industrializzati, come il Regno Unito e la Corea del Sud, attueranno il quadro normativo nello stesso momento, il Consiglio federale ha stabilito che i requisiti per l’entrata in vigore dell’imposta integrativa a livello nazionale al 1° gennaio 2024 sono soddisfatti.

fonte: Il Consiglio federale