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Costumi e carattere degli italiani – terza parte

Dopo cena tutti si dedicarono al gioco, alcune donne al gioco d’azzardo, altre al più silenzioso whist e in quella stanza, che fino a poco prima era così rumorosa, non veniva pronunciata più una parola. I popoli del Mezzogiorno passano spesso dalla più grande agitazione alla calma più profonda; questa pigrizia unita all’attività più instancabile è un altro dei contrasti del loro carattere: sono uomini che non bisogna giudicare dalla prima apparenza poiché in loro si trovano grandi qualità e i difetti opposti, se li vedete prudenti un dato momento è possibile che siano gli uomini più audaci in un altro; se sono indolenti è forse perché si riposano dall’aver agito o si preparano ad agire di nuovo, infine non spendono alcuna energia nella società e tutte le loro forze si concentrano per essere utilizzate in circostanze decisive.

In quel gruppo di Romani dove si trovavano Corinna ed Oswald, c’erano uomini che perdevano enormi somme di denaro al gioco senza che nulla trasparisse sui loro volti, questi stessi uomini avrebbero avuto, invece, i gesti molto più vivaci e animati se avessero raccontato fatti di poca importanza, ma quando le passioni raggiungono un certo grado di violenza, esse temono i testimoni e si velano spesso di silenzio e immobilità.

Lord Nelvil aveva conservato un amaro risentimento per la scena del ballo, credeva che gli italiani e il loro vivace modo di esprimere l’entusiasmo avessero distolto da lui, almeno un momento, l’interesse di Corinna. Era molto infelice ma il suo orgoglio gli consigliava di nascondere i suoi sentimenti o di manifestarli mostrando disprezzo per i tanti complimenti che lusingavano la sua brillante amica. (…)

Corinna gli fece cenno di sedersi accanto a lei. Oswald temeva di comprometterla trascorrendo la serata da solo con lei in pubblico. “Non preoccuparti”, disse Corinna, “nessuno si occupa di noi, qui è consuetudine fare in società solo ciò che piace; non c’è una convenienza sociale stabilita, non è richiesto il rispetto dei modi: è sufficiente una garbata gentilezza; nessuno vuole che ci si metta in imbarazzo a vicenda. Non è un Paese dove vige la libertà come la intendete in Inghilterra ma godiamo di una perfetta indipendenza sociale”.

“Questo significa”, riprese Oswald, “che non c’è nessun rispetto per la morale”. “Almeno nessuna ipocrisia”, lo interruppe Corinna, “(…) infatti quali che siano i torti delle donne italiane, queste non ricorrono alla menzogna e se il matrimonio non è sufficientemente rispettato, ciò avviene con il consenso di entrambi i coniugi”. “La causa di questa franchezza non è la sincerità ma l’indifferenza verso l’opinione pubblica (…). Quando sono arrivato qui avevo una lettera di raccomandazione per una principessa; l’ho dato al mio servo perché la consegnasse, mi disse: “Signore, in questo momento questa lettera non le servirebbe a nulla poiché la principessa non vede nessuno: è INNAMORATA; questo sua condizione di essere INNAMORATA veniva annunciato come qualunque altra situazione della vita e questa pubblicità non è giustificata da una passione straordinaria (…) ma diversi legami si susseguono in questo modo e sono noti a tutti. Le donne sono così poco misteriose al riguardo che ammettono le loro relazioni con meno imbarazzo di quanto ne avrebbero le nostre donne a parlare dei loro mariti. Nessun sentimento profondo nè delicato si mescola a queste passioni – è facile credere –, a questa mobilità senza pudore. Inoltre in questa nazione in cui si pensa solo all’amore, non esiste nulla di romantico, perché l’amore lì è così rapido, così pubblico che non si presta a nessun tipo di sviluppo e che per raccontare veramente la morale generale a questo proposito si potrebbe cominciare e finire alla prima pagina. Scusa Corinna” gridò lord Nelvil, notando il dolore che le stava procurando; “sei italiana, quest’idea dovrebbe disarmarmi ma una delle cause della tua incomparabile grazia è l’incontro di tutte le attrattive che caratterizzano le diverse nazioni.

Non so in quale paese tu sia cresciuta, forse proprio in Inghilterra, ma certamente non hai passato tutta la vita in Italia…. Ah| Corinna, se fosse vero, come avresti potuto lasciare quel santuario di modestia e delicatezza per venire qui, dove non solo la virtù ma l’amore stesso è così poco conosciuto? Lo respiriamo nell’aria, ma penetra nel cuore? Le poesie in cui l’amore gioco un ruolo importante hanno molta grazia, molta immaginazione, sono arricchite da immagini brillanti i cui i colori sono vivaci e voluttuosi. Ma dove troverete questo sentimento malinconico e tenero che anima la nostra poesia? (…)

Come potresti paragonare (…) ai mirabili versi di Thompson, nel suo Canto di Primavera, quando dipinge con tratti così nobili e toccanti la felicità nel matrimonio? Esiste un matrimonio del genere in Italia? E dove non c’è felicità domestica può esserci amore? Non è forse la felicità lo scopo della passione del cuore così come il possesso lo è della passione dei sensi? Le donne giovani e belle non sono tutte uguali, le qualità dell’anima e dello spirito determinano la differenza, e queste qualità cosa ci fanno desiderare? Il matrimonio, cioè l’associazione di tutti i sentimenti e di tutti i pensieri. L’amore illegittimo, (…) è un riflesso del matrimonio. Là cerchiamo quella felicità intima che non abbiamo potuto godere in casa e anche l’infedeltà in Inghilterra è più morale che il matrimonio in Italia”.

Fine terza parte