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Successivamente alla decisione dell’abolizione del tasso minimo di cambio dell’euro avvenuta lo scorso 15 gennaio 2015, sono stati depositati numerosi interventi parlamentari concernenti la politica monetaria in generale e sulla Banca Nazioale Svizzera (BNS) in particolare; i postulati Bischof 15.3091 e 15.4053 sui tassi d’interesse negativi e sulla governance della BNS, il postulato Rechsteiner 15.3367 sulla funzione del franco svizzero e il postulato Cramer 15.3208 sul franco forte e sul turismo degli acquisti.

Il Consiglio federale ha steso un rapporto su questi temi.
Il rapporto indica che la strategia di politica monetaria della BNS si è dimostrata valida anche in situazioni difficili come durante la crisi finanziaria globale dal 2007 al 2009. La BNS dispone di tutti gli strumenti necessari per svolgere il suo mandato, in particolare per garantire la stabilità dei prezzi tenendo conto della congiuntura. Essa può inoltre influire sul corso del franco svizzero, se lo reputa necessario. Le questioni relative alla governance della BNS sono state oggetto di particolare attenzione. Il Consiglio federale ritiene adeguate le basi giuridiche attuali riguardanti la BNS e non vede la necessità di modificarle.

Attualmente i tassi d’interesse sono molto bassi in tutto il mondo. Questo contesto caratterizzato da tassi d’interesse bassi pone le casse pensioni e le banche di fronte a grandi sfide, indipendentemente dai tassi negativi della BNS che sono stati introdotti per ridurre l’attrattiva degli investimenti in valuta svizzera. Questi tassi sono efficaci solo se tutti gli attori sui mercati finanziari ne sono interessati. Eventuali eccezioni creerebbero un precedente che potrebbe ridurre l’efficacia della politica monetaria.