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Approvata per altri 5 anni l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato dal Comitato d’appello dell’Unione Europea.

Il Comitato d’appello dell’UE, che è composto da rappresentanti di tutti gli stati membri, ha votato per rinnovare l’autorizzazione all’utilizzo del prodotto chimico utilizzato come diserbante: 18 paesi si sono espressi a favore, 9 contrari ed 1 astenuto. Hanno votato contro l’Italia, la Francia, il Belgio, la Grecia, il Lussemburgo, l’Ungheria, la Lettonia, Cipro e Malta mentre a favore, tra gli altri, hanno votato Romania, Bulgaria, Polonia e Germania che prima si erano astenute; le prime perché ritenevano troppo breve il rinnovo di 5 anni, l’ultima perché chiedeva un prolungamento dell’attuale autorizzazione.

Il commissario europeo alla salute Vytenis Andriukaitis ha dichiarato che “il voto di oggi – 27 novembre – dimostra che quando tutti vogliamo, siamo in grado di condividere e accettare la responsabilità collettiva nel processo decisionale”.

Il glifosato è da anni al centro di un grande dibattito tra scienziati, organismi di controllo e aziende:
l’OMS lo classifica come sostanza “probabilmente cancerogena per gli esseri umani” mentre la ECHA, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche, lo definisce “sostanza non cancerogena”.
Il glifosato è presente negli erbicidi venduti, tra gli altri, dalla Monsanto – che fino al 2001 ne aveva il brevetto – ed è venduto in 130 paesi nel mondo, compresa l’UE, il suo utilizzo si è molto diffuso in seguito all’introduzione di varietà di piante transgeniche resistenti al composto; secondo l’EFSA “il glifosato (cioè i formulati che contengono glifosato e altre sostanze chimiche) sono utilizzati in agricoltura e orticoltura principalmente per combattere le erbe infestanti che competono con le colture. Vengono applicati in genere prima della semina e come trattamento essiccante pre-raccolta per accelerare e uniformare il processo di maturazione.”

In Italia resta comunque il divieto di uso per il glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili”, il suo uso è proibito in parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie ma anche in campagna nei periodi che precedono la raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura” uniformando la maturazione.

Photo: Pixabay