Al Madre•museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli la prima mostra retrospettiva dedicata all’artista svizzero John Armleder.
John Armleder (Ginevra, 1948) torna a Napoli, al Madre•museo d’arte contemporanea Donnaregina, in occasione della prima mostra retrospettiva, “John Armleder 360°”, inaugurata lo scorso 23 giugno e visitabile fino al 10 settembre 2018 e dedicata alla sua ricerca, che si articola, a partire dalla metà degli anni Sessanta, fra disegno, pittura, scultura, installazione ambientale, performance, video, opere sonore e musicali, testi critici, progetti editoriali e curatoriali. John Armleder è uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea, la cui pratica sembra continuamente orientata a superare il confine disciplinare e intellettuale che separa, o pretende di separare, l’arte dalla vita.
Nelle sue opere Armleder unisce elementi differenti quali caso e progetto (grafico e di design), cultura alta e entertainment, ironia e analisi concettuale, oggetti funzionali di uso comune e ricerca estetica. Autore di numerosi progetti collettivi fra gli anni Sessanta e Settanta, adotta spesso la pratica della collaborazione come strategia di raffreddamento della personalità dell’artista o univocità dell’opera.
La mostra approfondisce, per la prima volta, tutte le principali articolazioni della pratica artistica di Armleder, presentando oltre novanta opere che documentano tutti i cicli e le serie più importanti realizzate dall’artista.
Nelle prime sale è riunita una selezione di disegni degli anni Sessanta, a cui segue una selezione delle Furniture Sculptures prodotte a partire degli anni Ottanta e consistenti in sculture composte da elementi di arredo riassemblati, fino a divenire in alcuni casi veri e propri ambienti, come Untitled (Bar FS), 2003. La presentazione della produzione pittorica di Armleder include le serie dei Dot Paintings (dipinti formati da pattern di vario tipo ma il cui soggetto è sempre il punto, elemento base di ogni produzione grafica), dei Pour Paintings (dipinti formati da colature di materia pittorica pura) e dei Puddle Paintings (dipinti in cui la materia pittorica è distribuita sulla tela posta in orizzontale sul pavimento, incorporando anche oggetti tridimensionali). La mostra riunisce per la prima volta anche tutte le principali opere realizzate dall’artista in Italia.
Ad incipit ed a conclusione della mostra sono presentati un cervello in vetro e un teschio-specchio, che ricostruiscono quella dinamica fra vita e morte che permea la cultura partenopea, mentre i Wall Paintings (“dipinti murari”) realizzati appositamente per alcune sale della mostra fanno da sfondo alla presentazione di altre opere selezionate dall’artista. Fra esse anche alcuni frammenti di affreschi provenienti dalla Villa di Poppea a Oplontis, che Armleder incorpora come se si trattasse di oggetti quotidiani, questo incontro fra manufatti antichi e un’opera contemporanea è una delle prime Pompeii Commissions connesse alla mostra Pompei@Madre: queste commissioni prevedono la possibilità di utilizzare la “materia archeologica” pompeiana frammentaria, o danneggiata nel corso dei secoli, per realizzare nuove opere d’arte che mettano in connessione le varie epoche in cui si struttura il patrimonio culturale italiano e permettano al pubblico di accedere a quanto di questo patrimonio giace nei depositi del Parco Archeologico di Pompei.
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