La mostra bipersonale all’Istituto Svizzero a Milano presenta le opere di Maude Léonard-Contant e Monia Ben Hamouda. Questa collaborazione tra le due artiste è guidata dal loro comune interesse per i materiali e l’esplorazione dei linguaggi.
La mostra NYX presso l’Istituto Svizzero a Milano nasce da un profondo dialogo tra le artiste Maude Léonard-Contant e Monia Ben Hamouda, ispirandosi alla figura mitologica di Nyx, la dea greca della notte e del caos, e al libro Nox di Anne Carson, che tratta temi di dolore e perdita. Queste influenze si fondono per creare una mostra che esplora la complessità del linguaggio e della memoria come mezzi per esprimere ciò che è ineffabile e intraducibile.
Spezie profumate, sabbia da modellare, ceramica o metallo si intrecciano nelle loro installazioni, ogni materiale porta con sé narrazioni che si dispiegano inaspettatamente nel tempo. Il linguaggio è il loro mezzo di comunicazione, che si addentra nei processi di traduzione, nelle frasi effimere e nelle reinterpretazioni culturali, invitando a riflettere sul multilinguismo e sull’intraducibile.
Maude Léonard-Contant (1979, Joliette) originaria della regione Lanaudière (Canada/Turtle Island), precedentemente territorio Atikamekw, vive in Svizzera dal 2013. I suoi posti prescelti dopo il trasferimento sono la Svizzera centrale, Poschiavo e Basilea, dove lavora e cresce una famiglia. Il suo lavoro artistico è alimentato da un continuo scambio tra linguaggio e materia, così come da reminiscenze di un tempo in cui gli esseri più grandi dell’umanità governavano la sua vita.
Monia Ben Hamouda (1991, Milano) è un’artista visiva italo-tunisina che vive tra Milano e al-Qayrawan. Attualmente è finalista al Premio Maxxi Bvlgari 2024. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche quali: MAXXI, Roma; FRAC Bretagne, Rennes; MACRO, Roma; FRAC Corsica, Corsica.
La mostra è visitabile fino al 29 giugno 2024, Istituto Svizzero, Via del Vecchio Politecnico 3, Milano
Ingresso gratuito, nessuna registrazione richiesta.
fonte: Istituto Svizzero
foto: pixabay