Condividi su:

Il grog è l’antenato dell’attuale birra.

Una bevanda totalmente naturale composta da: miele, mirtillo, achillea, ginepro, cereali, resina di betulla e vino. Un mix perfetto adorato dagli antichi Goti.
grog nordico
La leggenda narra che quando l’uomo scoprì di non poter bere l’acqua del mare, dovendo affrontare lunghi viaggi, decise di modificare i barili di acqua salata con birra o vino. Dopo la conquista britannica della Giamaica, 1655, una mezza pinta di rum o brandy sostituì i vecchi ingredienti. Una mezza “pinta” di rum mischiata con un quarto di acqua e servita in due parti, prima di mezzogiorno e dopo la fine della giornata lavorativa, divenne parte del regolamento ufficiale della Royal Navy nel 1756 e restò in vigore per più di due secoli.

In seguito si scoprì che la vitamina C proveniente dalla bevanda, causava scorbuto, perciò lime e succo di limone vennero aggiunte, dando vita al  grog. Il nome nacque dal suo inventore, l’ammiraglio Edward “Old Grog” Vernon, chiamato così per il cappotto di grogram che indossava. Sostenevano che la nuova bevanda, sanzionata dal regolamento, fosse sgradevole e del tutto diversa dal buon vecchio rum, «sottile come il cappotto del vecchio Grog!».

Il grog è citato anche in famose opere letterarie come: “Moby Dick” di H. Melville, ove viene descritto come bevanda ampiamente utilizzata dai marinai dell’equipaggio del Pequod; nell'”Isola del tesoro” di R. L. Stevenson viene offerto ai marinai della Hispaniola.
Nell’opera “Little Dorrit”, di C. Dickens viene dedicata una accurata descrizione al grog, a cui viene assegnata una stanza: la Marshalsea. Questo ambiente possiede due delle tre qualità che contraddistinguevano l’assunzione per le signore della bevanda: caldo, forte ed in abbondanza.

Attualmente il grog è ancora parte della società slang: nella cultura popolare australiana, indica una qualsiasi bevanda alcolica; in Svezia definisce una bevanda che non ha un sapore molto gradevole (la traduzione è simile a: “sbobba alcolica”); nel mondo dei graffiti descrive l’inchiostro nero più difficile da rimuovere.

Recentemente gli archeologi hanno documentato che la leggenda ha origini antichissime, infatti sull’isola di Lolland, in una situla in bronzo risalente al 200 a.C. è stata ritrovata traccia di residui scuri. Probabilmente si tratta di rimanenze di grog che hanno accompagnato la defunta nel suo ultimo viaggio.

Fabiana Traversi